La nebbia è un fenomeno atmosferico insolito da queste parti oltreché una facile, abusata metafora. Il suo malinconico velare allude al non visto, a volte maliziosamente anche a chi non vuol far vedere. Anche la pioggia è ormai diventata ad Agrigento un fenomeno atmosferico raro, ma la sua funzionalità metaforica è meno evidente ed è un segno dei tempi se può essere associata ad una specie di allegra frenesia, a una tarantella di Cannavacciuolo. Come un adagio di Vivaldi alla nebbia.
Scritto nel 1935, Librod’ombradiJun’ichirō Tanizaki, è un libro assai particolare. La forma è del saggio, ma contiene anche alcune gemme espressive, nonché spunti che invitano alla riflessione filosofica; ed una grazia tutta particolare che fa da lievito al fervore civile dell’autore.
In principio c'era la Dc (e il Vaticano). La Rai era uno strumento dichiarato di orientamento culturale e politico del popolo italiano. E tale rimase con l'ingresso dei socialisti al governo dalla metà degli anni sessanta in avanti. Non fu un blocco monolitico, ma le presenze delle culture 'altre' erano marginali e prescindibili.
La recente triste scomparsa di un’attrice malinconica ha esaltato la già fervida fantasia di intere schiere di opinionisti, aspiranti saggisti, sedicenti storici. Che si sono cimentati in un esercizio stucchevole ed irritante, ovvero quello di utilizzare consunti, pigri schemi mentali per osservare, in maniera rigida, realtà complesse e contraddittorie. Es.: “Laura Antonelli che ci ha appena lasciato, ha segnato l’immaginario erotico di una generazione”.
Tra le buche e la visione ha vinto la visione. Tra il parlare sgrammaticato e quello forbito, ha vinto il forbito. Dopo decenni di sindaci espressione del piccola borghesia arruffona, si propone alla guida di Agrigento un borghese colto attorniato da borghesi colti. Risolti i problemi di Agrigento? Neanche per sogno!
Dirò una cosa che forse tradisce un approccio provinciale, dialettale, a questo rito di parola che stiamo celebrando. Dirò che qui intervengo nella qualità di amico di Vittorio Alessandro: questo è il mio unico titolo, la mia unica legittimazione, io non essendo un critico, uno scrittore o un marinaio. Sono amico di Vittorio e sono un suo lettore, così come sono un ascoltatore delle cose che dice e un osservatore delle cose che fa.
Scrive Teresa Cannarozzo in un suo interessante saggio su Agrigento pubblicato nel 2009 a proposito di Villaseta: ‘La planimetria di progetto, disegnata nel 1969, mostra un altissimo grado di definizione della proposta progettuale e rivela una particolare attenzione nei confronti della configurazione degli spazi aperti e dell’integrazione tra i manufatti architettonici e il contesto. Si tratta di un progetto urbanistico raffinato, che propone una dimensione urbana complessa, con circuiti pedonali differenziati dai flussi veicolari, parcheggi pubblici e parcheggi destinati ai residenti, ma probabilmente poco adatto ai destinatari, che erano contadini o piccoli artigiani con stili di vita legati al mondo rurale e che probabilmente si muovevano con il mulo e con i carretti.’
Cosa sta rivelando Agrigento nelle convulsioni politiche di questi ultimi giorni se non una delle ragioni, la principale direi, della sua catastrofica situazione? La qualità autentica del suo ceto politico. L'epifania della sua conclamata impresentabilità.
Il presidente Crocetta è un uomo dalle buone letture e incapace di lasciare libertà alle parole se non dentro una trama di logica e di rigore. Per questo siamo propensi a ritenere che le frasi a lui attribuite da vari organi di stampa siano il frutto di un travisamento del suo pensiero autentico.
Serata speciale al cinema Mezzano domenica sera. Pasquale Scimeca ha presentato il suo film su Biagio Conte, intrattenendosi con il pubblico dopo la proiezione. Non sono un critico cinematografico, ma uno spettatore che ritiene il cinema capace di altissime espressioni artistiche e comunque, ancora oggi, un formidabile strumento di comunicazione. Anche di informazione.
‘Biagio’ non è un ‘docufilm’, è un film, è finzione dichiarata. Ma è anche la biografia di un uomo immerso nella sua vita fuori dal comune, che il film neppure lo ha visto.