Carissimi Amici,
mi perdonerete l’acrobazia, ma proverò a spiegare quanto le riflessioni di Tano Siracusa ed Alfonso Gaglio (Ciao Fonino, ciao Marcella!) sul film di Garrone e quelle sulle recenti vicende di politica agrigentina da voi così bene esposte siano tra loro accomunate molto più di quanto in apparenza si sia portati a credere.
Ho estrapolato qualche passaggio da qualcuno tra gli interventi pubblicati, che vi invito a rileggere.
Nel film va in scena insomma una specie di enclave, una nicchia antropologica nel cuore del territorio nazionale, un popolo che obbedisce a codici culturali e linguistici radicalmente ‘altri’, che a noi appaiono orribili e incomprensibili. (…) chi fra il popolo Rom e il popolo della camorra è più ‘altro’?
Chi, fra un picciotto della camorra strafatto di cocaina e con la pistola in tasca e un mendicante Rom al semaforo, è il più pericoloso?(Tano Siracusa – La Sinistra...)
Quando per qualche motivo gli abitanti del cortile di casa mia litigano, Marcella e la nostra aiutante domestica spesso non riescono a capire nulla di quello che dicono.(…)Recentemente un'amica mi ha confessato di avere una grande difficoltà percettiva a trovare un solo negozio di via Toledo, il vero cuore storico e commerciale di Napoli, che le desse la sensazione di non appartenere alla camorra. (Alfonso Gaglio – Lettera da Forcella)
Lasceremo ancora fare, alzando le spalle dietro le trite parole “che se la vedano loro”, come se la politica fosse affare di altri, cosa loro, e non ci riguardasse (…) o, (…) decideremo di assumerci, sovrani, le responsabilità a cui, come cittadini, siamo vincolati? (Piero Baiamonte – La quiete che sa di resa)
La sensazione che si ha, anche dalle cose ascoltate dai tanti amici durante le discussioni di questi giorni, è che sia in atto un’interrogazione comune più o meno consapevole sulle moderne condizioni dell’appartenere. Chiunque provi a dare un’occhiata agli articoli pubblicati o chi tra noi abbia avuto modo di partecipare agli incontri di queste ultime settimane troverà moltissimi richiami verbali, figurati e simbolici al sé, all’altro, all’identità, all’appartenenza.