Submitted by redazione on Sun, 22/01/2012 - 10:52
All’annosa e tormentata vicenda dei vincitori del concorso per Dirigenti Tecnici ai Beni Culturali in Sicilia si aggiunge un nuovo, incredibile, capitolo. Una storia che col suo svolgimento ha già più volte messo a dura prova il principio costituzionale dell’imparzialità della pubblica amministrazione si arricchisce di un episodio che introduce una discriminazione ancora più grave di quelle finora messe in atto, grazie ad una “dimenticanza” dell’Avvocatura dello Stato. Ricapitoliamo brevemente.
Submitted by redazione on Sat, 19/11/2011 - 15:57
Lo schema, secondo la vulgata marxiana, sarebbe il seguente: la grande borghesia ha preso in mano direttamente il controllo del governo senza la mediazione del ceto piccolo e medio borghese, proponendo un patto generoso di subalternità alla sinistra parlamentare.
Il patto potrebbe dirsi così: rinuncia alla difesa di alcuni interessi popolari e noi ti garantiamo spazi istituzionali dove allocare il tuo ceto politico nei prossimi anni.
Submitted by redazione on Mon, 19/09/2011 - 13:05
“Fatte le sue scuse, ammessi i suoi errori, umano e vero, Berlusconi deve resistere e contrattaccare. È una missione quasi impossibile, l’unica degna” (Il giornale del 18 settembre 2011) . Giuliano Ferrara col cuore in mano lancia a Berlusconi il suo ennesimo appello. Che non sarà accolto. Berlusconi non chiederà scusa, non ammetterà i suoi errori, tanto meno in una testimonianza davanti ai pm napoletani, e soprattutto non ha modo di andare al contrattacco.
Ferrara lo sa, ma insiste con l’attribuire, oltre ogni evidenza empirica, risorse intellettuali, energie politiche e capacità miracolistiche ad un uomo che ormai si è rivelato per quello che è sempre stato: un venditore di fumo.
Ferrara ricade nello stesso errore che i suoi compagni comunisti facevano al tempo del socialismo reale: vedevano la miseria di quelle società, la loro natura dispotica, la insensatezza dei loro meccanismi economici, ma finivano col ritenerli fenomeni riduttivi di noumeni che ben altre potenzialità avrebbe dispiegato. Ferrara invece ruppe col comunismo proprio nel momento in cui capì che fenomeno e noumeno coincidevano e che l’inaccettabilità delle realtà comunista non contraddicesse ma inverasse le premesse teoriche che le fondavano.
Con Berlusconi questo modello ancora non scatta in Ferrara. Sì certamente, figurarsi se lui non è pronto ad ammetterlo, le realizzazioni di Berlusconi non sono esattamente quelle che lui aveva prospettato, ma la cosa non mette in discussione il soggetto e le sue idee ma la pochezza della realtà che ne è seguita.
Submitted by redazione on Fri, 12/08/2011 - 15:43
Anziani signori che si pensano giovani e onnipotenti, prostitute che si credono veline, ruffiani per vocazione e per professione, donne che amano farsi schiave pur di apparire in tv. Tutto questo è plebeo. I confini si sfumano. Sembra di essere nella descrizione cheDenis Diderot fece di una scena che disse di sognare mentre stava ammirando a Parigi un quadro del pittore Jean-Honoré Fragonard. Sognò di essere nell'antro di Platone e gli spettatori erano come i prigionieri. Ma, a differenza di Platone, Diderot ne fa l'elenco: “re, ministri, preti, dottori, apostoli, profeti, teologi, politici, bricconi, ciarlatani, artisti facitori di stupefacenti illusioni e tutta la genìa dei mercanti di speranze e di paure”. Chi osava dire qualcosa, chi aveva l'ardire di criticare, veniva malvisto e minacciato. Diderot aveva scritto queste cose nel 1765, ma sembrano i nostri giorni. Solo che oggi bisogna essere sempre euforici, gioiosi, perchè, ci dicono, l'infelicità è una malattia che va tenuta lontana. I mezzi ci sono. I soldi, per chi ce li ha, pure.
Submitted by redazione on Fri, 12/08/2011 - 13:37
Caro Salvatore, stasera debutto in Sicilia con “La sirena bugiarda”, di fronte a 99 spettatori nel Teatro di Andromeda, geniale invenzione di Lorenzo Reina, pastore e scultore il quale – ho scoperto soltanto ora – ha firmato una statua di Graziella, l’eroina del romanzo di Lamartine ambientato a Procida, che è al centro di una piazza della mia isola. Il teatro è un luogo magico, credimi.
Tu dirai: che novità! E’ vero, noi italiani ogni tanto facciamo la scoperta dell’America, nel senso che girando la Penisola in lungo e in largo ci accorgiamo che l’Italia è bella, bella in mille modi diversi, bella al punto di credere che sia la vera, l’unica patria dell’uomo.
Mi sono sorpreso a pensare queste cose sulla terrazza del Pigna d’Oro, l’hotel di Santo Stefano Quisquina a cui si accede da una strada imbarazzante per le buche e le sconnessioni. A mille metri d’altezza, un’oasi in provincia di Agrigento.
L’occhio qui esplora il paesaggio a 360 gradi. Proprio davanti al balcone della mia camera c’è un colle giallo, decorato con pini presi in prestito dalla Toscana e laggiù a sinistra un lago artificiale e più in là altre colline gialle, trasferitesi qui da un’Arcadia probabile; là in fondo a destra s’intuisce il profilo di Agrigento. Da ogni lato un reticolo di strade e sentieri, originato sembra da una geometria paradossale, inventata; e boschi intensi e altre cime, più nitide o appena accennate; e monti e grumi di case che vogliono essere passati in rassegna da te e soltanto da te che li scruti.
Submitted by redazione on Fri, 22/07/2011 - 18:03
Ho vissuto, eccetto una breve parentesi temporale, nel Centro storico di questa città unicamente per scelta...d'amore, avendo ricevuto il testimone dai miei genitori, gente d'altri tempi,umile e laboriosa.
Buona parte del mio albero genealogico ha messo qui, precisamente al Rabateddu, le sue antiche radici giurgintane.Ma oggi non posso dire di viverci con gli stessi sentimenti di allora, per le ragioni che cercherò di esporre. Qui sono cresciuto, come tanti miei coetanei, con cui ho condiviso una infanzia felice ma austera, all'insegna del divertimento povero ma autentico.
Di quello che fu l'Istituto Schifano, di cui rimangono solo macerie, conservo ricordi che suscitano ancora in me un forte riverbero emozionale.
Lì ho fraquentato l'asilo e i miei primi quattro anni di
scuola elementare.
Submitted by redazione on Mon, 04/07/2011 - 09:34
La scena è la seguente: Berlusconi e Alfano si alzano dal tavolo posto ai lati del palcoscenico, quello dove ci sono anche Verdini, Lupi e compagni; si spostano verso il centro per ricevere l’omaggio dell’assemblea; Berlusconi è avanti e Alfano lo segue, Berlusconi tende la mano ad Alfano, con l’intenzione di condurlo per mano verso il podio, ma Alfano lascia cadere la stretta e va avanti da solo.
Il linguaggio del corpo a volte rivela di noi più delle parole. In questo caso il corpo di Alfano ha espresso una resistenza o un’intenzione? Attenzione: il gesto è stato morbido, ma deciso: come dire grazie di tutto ma posso procedere da solo. Bersani ha sbagliato: e non solo nel bon ton: Alfano non sarà il segretario di Berlusconi, ma di un partito, del principale partito della maggioranza di governo e forse del primo partito italiano.
Nel suo discorso di insediamento, aldilà dei riconoscimenti dovuti a chi lo ha incoronato, Alfano ha tracciato l’identità di un partito molto diverso da quello che gli viene consegnato. Un partito orizzontale, aperto alle primarie, degli ‘onesti’, dei capaci e meritevoli, un partito il cui liberalismo non si esprime nel culto dell’individuo e delle possibilità di arricchimento e di successo, ma nell’autonomia della società dallo stato e nella sussidiarietà, un partito fortemente agganciato ai valori della chiesa attuale, nazionale, solidaristico.
Submitted by redazione on Tue, 21/06/2011 - 14:02
Lo scorso mese di Febbraio il comune di Agrigento ha siglato con il dipartimento Regionale all’infrastrutture, mobilità e trasporti un protocollo d’intesa per l’avvio del cosiddetto “progetto Terra Vecchia”, bandito dalla Regione Siciliana che ha come obbiettivo interventi di consolidamento e recupero in aree del centro storico. Il comune di Agrigento ha presentato un progetto che prevede la costruzione di 39 nuovi alloggi, previsti nella zona dove sorgeva Palazzo Schifani (edificio crollato nello scorso mese di Gennaio) e che sorgeranno fino alla zona di Piano Barone.
Submitted by redazione on Mon, 06/06/2011 - 14:44
Cosa ci manda a dire il voto di Milano a noi meridionali? Tante cose, direi. Lo hanno scritto in molti che ha una valenza nazionale perché, come è successo altre volte nel passato, quella città anticipa processi politici e culturali che finiscono con l’investire l’intero paese.
C’è da aspettarsi dunque che il tempo di Berlusconi sia scaduto ovunque.
Detto così potrebbe non significare granché: negli anni passati le regioni meridionali, con l’eccezione della Sicilia, hanno conosciuto guide di centrosinistra, ma, a parte forse la Basilicata, senza grandissimi cambiamenti soprattutto nel rapporto malato tra ceto politico e società che è rimasto sempre improntato al familismo e al tribalismo.
A me sembra che da Milano possa invece partire un nuovo ciclo politico nel sud che non solo apra alla speranza chi ci abita, ma che restituisca ai gruppi dirigenti del nord una responsabilità di guida anche delle regioni meridionali. Speranza e responsabilità, due facce della stessa medaglia.
Il sud da solo non può salvarsi. Per questo il nuovo ciclo deve chiudere la stagione che vedeva il nord avanzato denunciare i limiti del sud ma riservando a sé l’opzione della separazione e dell’allontanamento del contagio piuttosto che il carico di cambiare le cose anche nel sud.
Submitted by redazione on Thu, 12/05/2011 - 19:20
Nel quadro desolante in cui versa il nostro centro storico sta emergendo un nuovo protagonismo civico che potrebbe risultare la vera novità positiva e la principale speranza di cambiamento. Nascono comitati, si moltiplicano le assemblee pubbliche, incontri con sindaco e giunta, vengono elaborate alcune proposte. E’ forse arrivato il momento di dare a questo movimento una base di discussione comune attraverso l’indicazione di alcuni punti sui quali è possibile convergere. Quella che segue è solamente una prima elencazione di punti senza alcuna pretesa di esaustività.
1. Sicurezza, attraverso un monitoraggio partecipato e pubblico, online, dei siti e dei relativi interventi.
2. Alleggerimento e consolidamento dei luoghi.
3. Contributi e incentivi al risanamento degli edifici privati nel rispetto delle tipologie architettoniche e degli spazi pubblici.
4. Contributi e incentivi al rifacimento delle facciate con un piano colore e con la riproposizione dei materiali tradizionali.
5. Una politica dei beni comuni funzionali alla qualità della vita dei residenti con la creazione di spazi verdi, di microstrutture sportive e luoghi di socializzazione di giovani e di anziani.
6. Pedonalizzazione sistematica degli spazi pubblici e limitazione del traffico veicolare privato ai soli residenti.
7. Una politica della mobilità che favorisca mezzi alternativi alle automobili private.
8. Incentivi e contributi per l’apertura di attività commerciali di ogni tipo dai B&B ai pub, alle palestre, ai luoghi di aggregazione e produzione culturale.
9. Trasferimento in contenitori di pregio del centro storico ( palazzo Tomasi e dei Filippini) di alcuni corsi universitari con una politica di diritto allo studio che favorisca i fuori sede con voucher abitativi da utilizzare nei B&B del centro storico.
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