CENTRO STORICO: 39 ALLOGGI NELL'EX SCHIFANO. DUBBI NEL PD di Domenico Pistone
Lo scorso mese di Febbraio il comune di Agrigento ha siglato con il dipartimento Regionale all’infrastrutture, mobilità e trasporti un protocollo d’intesa per l’avvio del cosiddetto “progetto Terra Vecchia”, bandito dalla Regione Siciliana che ha come obbiettivo interventi di consolidamento e recupero in aree del centro storico. Il comune di Agrigento ha presentato un progetto che prevede la costruzione di 39 nuovi alloggi, previsti nella zona dove sorgeva Palazzo Schifani (edificio crollato nello scorso mese di Gennaio) e che sorgeranno fino alla zona di Piano Barone.
Premesso che il Partito democratico giudica positivamente gli interventi che prevedono investimenti strutturali nel centro storico perché ritenuti validi per la rinascita sociale, culturale, civile dell’intera città di Agrigento. Ma nello specifico, quanto previsto dallo stesso progetto in oggetto m’induce a fare qualche riflessione ed a porre qualche interrogativo.
Il centro storico di Agrigento, come tra l’altro più volte ribadito da eminenti studiosi ed esperti in materia, presenta rischi particolarmente seri nel sottosuolo, la presenza infatti degli ipogei fa sì che il sottosuolo agrigentino, soprattutto quello della zona vecchia sia sottoposto a rischi idrogeologici di una certa rilevanza, che senso ha vista la rilevanza dei problemi presenti nel sottosuolo andare ad appesantire ancora di più il centro storico con massicci interventi di cementificazione?
Tra l’altro vale la pena ricordare che inizialmente il progetto prevedeva 29 alloggi, in seguito con una delibera, il Comune di Agrigento ha previsto altri 10 alloggi portando così il progetto a 39. Inoltre, ritengo che l’emergenza cento storico non si risolve con una rilevante opera di cementificazione, anzi probabilmente questa scelta non farà altro che peggiorare le già precarie condizioni del centro storico Agrigentino, senza contare che un intervento di siffatte proporzioni renderà ancora meno sicure le strade interessate dalla costruzione. Infatti, non dimentichiamoci che vi è un problema delle vie di fuga all’interno del centro storico e la risposta a questo problema non può essere certamente questa con nuovi vicoli ciechi, rendendo ancora più drammatica la condizione di chi vive nel centro storico.
Ritengo che la strada giusta in un ottica di reale risanamento del centro storico sia quella dell’effettivo recupero dell’esistente unitamente ad un percorso integrato che preveda nel centro storico tutta una serie d’interventi volti alla costruzione in quel ’area di servizi culturali, aree verdi e attrezzate, servizi scolastici ed universitari, presidi socio sanitari, servizi volti alla socializzazione, solo così Terra Vecchia rinascerà nell’interesse di tutti; solo soddisfacendo gli interessi di tutti il centro storico potrà tornare ad essere vitale altrimenti si rischia che diventi un quartiere dormitorio o un ghetto, rischi crolli permettendo.
In ultima analisi, mi chiedo se e con quali strumenti siano stati posti in essere tutti gli studi del sottosuolo atti a giustificare un tale intervento di cementificazione, le relazioni dei tecnici incaricati tengono conto dei sopraccitati rischi? E in che modo si pensa di superarli sul piano tecnico e idrogeologico? E con la Sovrintendenza di Agrigento si è valutato il valore storico-archeologico dell’area e del sottosuolo interessato?
Ritengo che su questi interrogativi e su queste riflessioni sia necessario sviluppare un articolato dibattito con tutta la società, il vero nodo è : quale idea di centro storico si vuole mettere in campo, che centro storico vogliamo, per quanto riguarda il Partito democratico siamo animati dal desiderio che il centro storico torni a pulsare, a produrre, all’interno di una prospettiva economica, sociale, culturale e di valorizzazione artistica.
Nei prossimi giorni la deputazione regionale del partito democratico di Agrigentina sarà investita della tematica in maniera tale da produrre interrogazioni parlamentari e tutti quegli atti utili per dare risposte alle nostre perplessità ma in primo luogo per rispondere alla esigenza di sicurezza degli abitanti del centro storico.