DALLA CRISI DELLA SICILIA SI ESCE COL CIVISMO POLITICO
L'appello di Leoluca Orlando per salvare la Sicilia attraverso il civismo politico è l'unica via possibile di rilancio della regione. Il ceto politico e i partiti sono screditati e subiti.
Da molti anni non si vedeva il centro storico così pieno di turisti e così vuoto di occasioni di incontro, di iniziative artistiche e culturali. Non ci sono soldi dicono al Comune, e l’Ente Parco ha scelto per l’intrattenimento culturale estivo altri scenari, certamente magnifici, lasciando però la città, il suo centro storico, vuoti e silenziosi. Eppure le sue piazze, gli slarghi, perfino le scalinate in altri anni hanno ospitato manifestazioni musicali, teatrali, eventi espositivi. Non sempre con l’intervento di enti pubblici.
Quattro estati fa c’è stata l’ esperienza Vallicaldi, che a ripensarci oggi sembra avvenuta in un’ altra città. Rimangono le tracce di quell’estate, il grande murales di Mister Thoms, alcuni dei murales dipinti da Scifo e Gianfranz, l’installazione di Gaetano Vella, qualcosa degli interventi di Nonsostare, che avevano trasformato un cumulo di macerie in un palcoscenico e accanto un po’ di verde, un’idea di giardino.
Da qualche giorno per i tipi di Mimesis (Milano-Udine) con una prefazione di Elke Angelika Wachendorff, Presidente del Nietzsche-Forum di Monaco di Baviera, e con una postfazione dello studioso, letterato, poeta e pittore siciliano Giuseppe Aziz Spadaro è uscito "Come un sole al mattino. Etica psicologia e trasfigurazione del sacro nel Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche", nuovo libro di Emanuele Enrico Mariani. Il volume nasce sulla base dello sviluppo di un progetto condotto in collaborazione con lo stesso "Nietzsche-Forum München e. V." e con il "Centre Européen d’Études Zoroastriennes" di Bruxelles svolto nell’ambito del Dottorato di ricerca in Filosofia promosso dalle Università di Palermo, Messina e Catania in consorzio nel corso degli Anni Accademici 2013/2017.
Punto di partenza delle analisi dell’autore è una ricerca filologica volta a sondare, appurare, accertare una possibile lettura e conoscenza degli antichi testi persiani dell’Avesta da parte di Nietzsche. Indagando le informazioni sui Persiani che il filosofo attingeva da molteplici fonti, vengono esaminati gli elementi concernenti le possibili affinità tra il suo personaggio e l’antico messo iranico.
Addentrandosi nei plessi simbolici e nelle metafore dello Zarathustra, la tematica etica si svela strettamente connessa con la proposta di una visione “sincretistica” dell’Übermensch, istanza per Mariani adesso più correttamente traducibile con il termine sovrauomo piuttosto che con le ormai consuete formule “superuomo” e “oltreuomo”.
Anni fa vennero apparecchiati degli altoparlanti lungo il percorso della processione. E mentre fra le urla dei portatori e dei fedeli rullavano i tamburi o incalzava la banda con Zingarello, si alzavano al cielo mesti canti di chiesa. A volte il rosario. Era un vero e proprio sabotaggio da parte delle autorità ecclesiastiche della sonorità della processione, tellurica e festosa. Poi gli altoparlanti sono spariti, ma quei tonfi, quelle bolle di silenzio ogni tanto attraversano la processione del Santo Nero senza che nessun altoparlante intervenga, e possono evocare altri suoni dai canti chiesa, musiche lente, sinuose, come quella di Arvo Pärt che si ascolta nel video.
Si torna a scavare nella Valle: sono ripresi infatti da qualche settimana gli scavi nell’area del cosiddetto “tempio romano”, una parte del grande spazio pubblico che si estendeva, in età ellenistica e romana, sul poggio di San Nicola; nel frattempo, una missione composta da studenti e docenti delle Università di Catania e di Enna e del Politecnico di Bari ha intrapreso una breve campagna di saggi archeologici nell’area del teatro ellenistico, in attesa che ven
Chi non avesse visto Robinù, il film di Santoro andato in onda in prima serata Rai la scorsa settimana, può ancora vederlo su Rai Play. Vale la pena, cioè la fatica di guardare dove non si può e non si vuole guardare, di vedere il non visto, quello che 'spezza il cuore e riempie di rabbia l'intelligenza' ha commentato qualcuno.
Non tanto per il contesto, quello delle paranze, le bande di adolescenti che a Napoli si affrontano a colpi di pistola o di kalasnikov (60 vittime, quasi tutti ragazzi, in un anno) e che Roberto Saviano ha ampiamente descritto, quanto per le parole, gli sguardi e i sorrisi di Mariano e Michele, entrambi in carcere, condannati a 16 e 17 anni per omicidio, e dei loro compagni. Per la irriducibile fisicità e concretezza di ciò che viene mostrato e per l’inerzia che il corpo oppone a qualunque tentativo di riduzionismo di comodo, sociologico o economicistico.
Sguardi e sorrisi sconosciuti, indecifrabili, mai visti, parole mai ascoltate in un napoletano incomprensibile che non è più a lingua di Edoardo nè quella di Pino Daniele o di Beppe Barra, ma è la lingua di Gomorra. E poi i genitori, sia dei carnefici che delle vittime adolescenti, il loro strazio di silenzi e pianto trattenuto, i ragazzini di Forcella che discutono se e come armarsi, la canzone di malavita e la festa sotto il balcone di uno agli arresti domiciliari, i giochi di artificio davanti a Poggioreale per festeggiare il compleanno di Michele e tutti i carcerati: niente a che fare con le fiction, anche quelle più realistiche e convincenti, ispirate al magnifico film di Garrone.
Parliamoci chiaro: alle scuole medie proferii un bel “no” perentorio a Madame Musique. Le dissi esplicitamente che non mi avrebbe più rivisto e che quello, il concerto di fine anno scolastico, sarebbe stato il primo e l'ultimo della mia vita.
Lo dissi con voce forte e chiara subito dopo essere usciti di scena dinnanzi a numerosi testimoni, i miei compagni di sventura, tutti suonatori di flauto dolce.
Avevo sempre desiderato andare a Buenos Aires, proprio come un adepto in pellegrinaggio ai luoghi sacri della sua fede. Sognavo di percorrere le vie del barrio di Palermo dove Jorge Luis è nato nel 1899, e dove è diventato Borges.
Caro Giovanni, quanto tempo! Ho letto il tuo post sul "colpo d'ala" ad Agrigento e lo stimolo verso i giovani. Ho appena compiuto 40 anni e quindi ormai non sono più giovane ma ho deciso di cogliere lo spunto, in coda capirai perché.
Qualche anno fa Rudere, un gruppo di architetti e artisti, ha realizzato due interventi di rivisitazione su due edifici nel nostro centro storico. Una abitazione privata e un cinema, entrambi chiusi e abbandonati da anni.