Submitted by redazione on Thu, 20/02/2025 - 08:57
Cosa ne è stato della tradizione giuridica dell'illuminismo italiano? In Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, opera accolta in Francia dai filosophes con grande favore dopo un'iniziale perplessità, è contenuta una decisa ripulsa della pratica della tortura, argomentata con rigorosa scansione logica prima ancora che etica. Essa si è successivamente innervata nella coscienza civile europea al pari, a giudizio di Franco Venturi, "della scoperta di un nuovo mondo mentale". "Quest'abuso - ha scritto il grande giurista milanese - non dovrebbe esser tollerato nel decimottavo secolo".
Submitted by redazione on Mon, 27/01/2025 - 20:51
Caro Stefano, rinuncio volentieri ad inserirmi nella vexata quaestio circa l'antifascismo e l'anticomunismo, che bordeggia ormai la speciosità e la stucchevolezza, e provo ad aggiungere qualcosa al tuo scoppiettante ragionamento, certo stimolante e ritmato come sempre dall'incalzare della brillantezza di una retorica che forse, in qualche caso, richiederebbe piombo e zavorra.
Che il fascismo si definisca esclusivamente per "odio tribale, disprezzo settario", mi sembra faccia il paio con la premessa da te posta quando scorgi in esso l'incarnazione della "innata disposizione umana alla prevaricazione e al sopruso". Magari!
Submitted by redazione on Wed, 22/01/2025 - 12:49
Tempo addietro, durante un Tg della sera, ho assistito ad un’intervista volante all’allora ministro italiano della cultura. Al giornalista che gli chiedeva (invero, in modo estemporaneo e inquisitorio) se si dichiarasse o meno antifascista, il ministro replicava stizzito di dichiararsi lui, l'intervistatore, “preliminarmente”, anticomunista. Quello scambio di battute mi irritò per la superficialità, la ripicca puerile, con cui entrambi gli interlocutori si rinfacciavano epiteti che evocavano le due grandi tragedie del XX secolo. L'episodio mi fece riflettere sul valore semantico corrente dei due termini, sul significato e sul peso specifico che le parole “antifascismo” e “anticomunismo” hanno nell’attuale contesto storico e nella comunicazione sociale e politica.
Submitted by redazione on Mon, 09/12/2024 - 18:28
"Nicolò, ti va di scrivere un 'pezzo' su don Baldo Reina? Immagino tu lo conosca benissimo. Un pezzo che ne tratteggi il cammino, la sua formazione, i veloci riconoscimenti, le ragioni profonde che hanno spinto il papa a scegliere lui per Roma e chissà per cos'altro, i suoi tratti peculiari di vivere il sacerdozio e adesso il cardinalato? Che ne dici?" Oggi ho inviato questo messaggio al mio carissimo amico Nicolò Madonia. Poche ore dopo mi ha inviato l'intevento che pubblichiamo con molto piacere)
Il primo viaggio di Papa Francesco, dopo la sua elezione a Vescovo di Roma a sorpresa e con meraviglia di parecchi, fu compiuto a Lampedusa, una piccolissima isola al centro del Mediterraneo, dove approdavano una quantità smisurata di emigrati. Tanti di essi non arrivavano in porto e morivano in mare, nell’indifferenza di tutti.
Submitted by redazione on Thu, 05/12/2024 - 08:54
( E' morto Eugenio Borgna, uomo di vasta cultura e di infinita dolcezza, autore di numerosi saggi che incrociavano la grande esperienza clinica con la letteratura e la filosofia, in una prospettiva fenomenologica. Vogliamo ricordarlo, con un articolo su di lui di qualche tempo fa)
Giorgia al telefono mi chiede: “gigioneggia, che vuol dire?”. Prima che abbozzi una risposta impegnativa mi anticipa: “che Galimberti un pò se la tira, insomma?”. Sì, sì, solo un pò, rispondo. E mi sento rinfrancato. Di se la tira non ho mai compreso appieno l’accezione.
Ho da poco scoperto un video di un paio di anni fa, è una conversazione di Umberto Galimberti, filosofo e psicoterapeuta molto noto e prestigioso, e Eugenio Borgna, psichiatra, primario emerito dell’Ospedale Maggiore di Novara, autore di importanti pubblicazioni per Feltrinelli, nonché uno dei maestri di Galimberti. Il pretesto di questo lungo e affascinante confronto è offerto dall’ultima pubblicazione di Borgna, Il fiume della vita. Una storia interiore.
Submitted by redazione on Sat, 30/11/2024 - 16:05
Intervistato giorni fa da Paolo Scotti, Gabriele Lavia ha ricostruito le tappe, dall’iniziale rifiuto fino alle successive perplessità, con cui ha accolto la pressante proposta del Teatro di Roma per la realizzazione della messa in scena al Teatro Argentina del Re Lear di Shakespeare, tragedia di titanico impegno registico e attoriale. Lavia, che già nel 1972 aveva interpretato Edgar nella storica rappresentazione con un magnifico Tino Carraro, a distanza di tanto tempo ha affermato di non aver ancora “capito l’opera”, tanto sconfinate ne appaiono le significazioni, da rendere impossibile ogni velleitaria reductio ad unum. Re Lear - dice Lavia - "è certo la tragedia della vecchiaia, dell'abbandono del potere, dell’ingratitudine del figi. Ma anche tanto di più. È un universo intero".
Submitted by redazione on Thu, 21/11/2024 - 16:07
In libreria l'antologia poetica " Nel verso giusto - Sguardi di resistenza di poete siciliane" con prefazione di Anna Maria Bonfiglio e a cura della Casa Editrice “L'Arca di Noè” di Ignazio Mario Nardone. Il titolo dell’opera delinea la volontà e l’impegno di creare una collettanea di testi composti esclusivamente da poete impegnate nel sociale, ognuna con il proprio timbro autorale, la propria visione, la propria esperienza di vita e anima. Le autrici sono poete di quasi tutte le province della Sicilia: un coro per alzare la voce su tematiche sociali scottanti ed attuali. Il volume non costituisce, tuttavia, una raccolta femminista né un insieme di elaborati che toccano esclusivamente le ragioni della questione femminile, ma contiene gli sguardi di tante autrici che attraversano le varie emergenze sociali e personali di un’umanità che si scontra con le ingiustizie e la violenza. In particolare vengono affrontati i temi della discriminazione, dell’emarginazione, dell’invisibilità, dell’emigrazione, della guerra e delle donne tra violenza e resilienza. Il tutto in una sorellanza di parole, pensieri, abbracci, sorrisi e lacrime che cementano il potere femminile.
Submitted by redazione on Thu, 26/09/2024 - 11:30
A distanza di pochi giorni dal 34° anniversario dell'assassinio di Rosario Livatino sento oggi il dovere morale di ricordare il sacrificio di un altro giudice siciliano, Antonino Saetta, presidente della Corte di assise di appello di Palermo, anch'egli di Canicattì come Rosario, e come lui ucciso, insieme al figlio Stefano, mentre percorreva la stessa SS 640 a pochi chilometri da Caltanissetta per fare rientro a Palermo nella tarda serata del 25 settembre 1988.
Lo voglio ricordare, a distanza di 36 anni, perché Saetta, appartenente alla schiera dei primi magistrati giudicanti uccisi da "Cosa nostra", è un eroe civile poco noto e quasi dimenticato.
Lo voglio ricordare soprattutto per i colleghi più giovani che nel 1988 erano nati solo da qualche anno.
Submitted by redazione on Wed, 04/09/2024 - 14:01
Nell’atmosfera intima e contenuta della Sala convegni “A.Camilleri” di Porto Empedocle, la locale Pro Loco ha deliziato i presenti con i versi del poeta Giovanni Puma il quale ha presentato la sua nuova silloge dal titolo “Frammenti di Tempo”. Un’occasione per espandere lo sguardo verso un’altra arte, tuttavia assimilabile alla poetica, in quanto l’evento è sato arricchito dall’esposizione di alcuni significativi scatti fotografici di Amedeo Burgio. Un binomio efficace in cui anche la fotografia si è identificata come una forma di arte autonoma capace di indagare la realtà e i temi della bellezza e della vita attraverso un linguaggio altrettanto autorevole. Dalla singolarità di ogni scatto è emersa la somma totale di diverse piccole strutture narrative. Le immagini realizzate da Burgio evidenziano, infatti, una realtà vista con occhi diversi, attenti e sensibili, capaci di cogliere istanti altamente significativi, evocativi, che emozionano e spingono alla riflessione. L’autore, nell’indagare i rapporti tra l’uomo e le forme, concentra la propria attenzione sul reale che trasforma in visioni pervase da una certa sensibilità, quasi metafisica, per afferrarne la potenza intimistica e per infrangere il muro della quotidianità opaca e banale.
Submitted by redazione on Fri, 30/08/2024 - 14:02
Le considerazioni che tempo fa sono state tratteggiate dal filosofo Alfonso Maurizio Iacono , circa l'assunzione dell'espressività artistica come possibile nuovo orizzonte linguistico su cui provare ad impiantare alcune modalità dell'agire politico e sociale, è tema di grande interesse, specie nel tempo in cui, dissolte quelle precedenti, appare improbabile riuscire a sottrarsi alla "povertà estrema".
In una lezione tenuta nel gennaio del 2018 dal titolo Sulla necessità della poesia , Massimo Cacciari ha sostenuto l'ineludibile urgenza di emanciparsi dall'invasione banalizzante dell'informazione, vero e proprio "sradicamento" del linguaggio, per contrapporvi la comunicazione, che è relazione , ascolto, riconoscimento.
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