PORTO EMPEDOCLE E I MIGRANTI di Tano Siracusa
Negli ultimi cento metri prima dell’imbocco della galleria i bordi della carreggiata sono una discarica di sacchetti della spazzatura, indesiderata conseguenza dell’avvio della raccolta differenziata avviata dal Comune. Poi, uscendo dalla galleria si può osservare sulla destra il gigantesco cavalcavia che interrompe il suo slancio a cinquanta metri dalla collina, bucata da un misterioso tunnel. Involontario, visionario monumento alllo spreco. A poche decina di metri, accanto ad un canneto, l’enorme fabbricato della Montedison, ultimo rudere dell’insediamento industriale di mezzo secolo fa.
Andrebbero museificati, dice qualcuno, come installazioni di arte contemporanea. O come sintesi del fallimento delle due principali ipotesi di sviluppo meridionale del dopoguerra, quella industriale e quella affidata alle grandi opere pubbliche. Faraoniche, inutili, spesso come questa incompiute.
Sullo sfondo Porto Empedocle, Vigata, per gli amanti del commissario Montalbano.
Sintesi di molte strozzature e distorsioni del mancato sviluppo siciliano, il paese di Luigi Pirandello e di Andrea Camilleri è in questi giorni alla ribalta delle cronache locali per la vicenda di un centro di prima accoglienza per minori non accompagnati.
Sono 43 i ragazzi che dovrebbero essere alloggiati in una zona centrale della città, a ridosso di via Roma, il corso principale.
Il sindaco Ida Carmina, 5 Stelle, dichiara che si ‘opporrà in tutti i modi’. Non è la sola a pensarla così, al contrario: consiglio comunale, un comitato di commercianti, la stampa locale, tutti concordi e solidali con il sindaco. Che dall'opposizione viene attaccato per non aver impedito l'arrivo dei ragazzi neri. Perfino l’arciprete che si appresta a festeggiare san Calò, il santo nero, mostra perplessità sull’arrivo dei minori, in assenza di servizi e strutture in grado di sottrarli all’ozio e ai rischi della strada.
Proprio al santo nero, a san Calò, il sindaco ha voluto fare riferimento per chiarire ovviamente che non esiste ombra di razzismo in tutta la vicenda.
Ma com’è noto i santi è meglio non tirali dentro certe controversie e san Calò meno di altri. Il santo è venerato ad Agrigento, Naro, Sciacca, Porto Empedocle e altri centri siciliani con varianti iconografiche anche rilevanti, ma che mantengono tutte il tratto della negritudine.
Ora, che san Calò sia il santo dei neri sembra ormai acquisito, almeno ad Agrigento, e invocarlo a testimonianza del proprio antirazzismo mentre si dichiara incompatibile con i fragili equilibri della cittadina la presenza di una quarantina di ragazzi di colore, ad alcuni è parsa poco meno di una provocazione.
Sui alcuni social si è così sviluppata una inevitabile discussione in controtendenza, nella quale non sono mancate le dichiarazioni di solidarietà per gli ospiti indesiderati e dove alcuni empedoclini hanno espresso il loro disagio, forse memori di essere stati pescatori, gente di mare che sapeva accogliere.
Sui media locali si tambureggia invece a fianco del sindaco e dei commercianti. Si fa notare che il Comune è in dissesto e non riesce a fornire i servizi essenziali ai cittadini, che Stato e Regione hanno tagliato i fondi e li elargiscono alle cooperative che gestiscono i minori con procedure di affidamento opache. Che in questi giorni un ragazzo di colore è stato arrestato per spaccio (ma è noto che gli immigrati non hanno molto spazio nello smercio di stupefacenti, almeno in questo territorio).
I responsabili della cooperativa ribattono che si sono mossi nel rispetto delle leggi, a differenza di chi ha divelto il citofono della palazzina che dovrebbe accogliere i minori e ha rigato alcune loro autovetture.
Insomma una qualunque storia di chiusura, di paura e incomprensione, se non fosse che siamo a Vigata.
Fra gli spettatori della istruttiva vicenda c'è infatti la statua del commissario Montalbano in via Roma, che ha il volto di Pietro Germi: non si poteva fare una statua ad un attore, per giunta vivente, e neppure al creatore del suo personaggio, vivo e in forma anche lui, perciò si è deciso di prestargli il volto del regista, interprete del commissario Ingravallo in un film da lui diretto e ispirato al capolavoro di Gadda. Sinuosità dell'intelligenza siciliana.
La statua volta le spalle al manifesto dei commercianti che non vogliono i minori. Ma è certo che lo abbia letto ed è inevitabile chiedersi cosa ne pensi.
Non pochi in città attendono le sue parole, cioè quelle del suo creatore finora silenzioso. E c'è anche chi attende quelle di Franco Montenegro, cardinale e arcivescovo di Agrigento, da sempre molto sensibile alla sorte dei migranti. Magari fra qualche giorno, quando il santo nero verrà portato in processione fra i manifesti che invocano l'allontanamento dei 43 ragazzi del suo stesso colore.