«Aperta nel cielo / sul mare / fra le nuvole / d’indaco impossibile / una porta perfetta / di sette / colori. / Ho volato / dentro / quell’arco, / baléno del miocardio, / e cadendo / qualche ora più tardi / non ho saputo dirti / con parole / dove / ero stato / io con te.
V. guardò oltre la finestra socchiudendo le pupille, con la lenta, sospettosa curiosità di un gatto.
Provava avversione per quegli animali inaffidabili, la cui unica regola di vita sembrava la ricerca di una incomprensibile soddisfazione.
Ma come per i gatti i suoi tempi non erano governati dall’ora condivisa degli orologi, neppure per mangiare o dormire.
Spesso scriveva e mangiava, a volte dipingeva in piena notte.
Si era da poco svegliato in una stanza che non riconosceva, su un letto a una piazza e mezzo dove aveva dormito a lungo. Gli sembrava di avere trascorso un’enormità di tempo a sognare e adesso si sentiva uscito da un mondo appiattito, da una sconfinata superficie dove formicolava una luce verde e da vuote pareti dai colori smaltati, blu cobalto, ocra, arancio, azzurro oltremare, e quel rosso fiammeggiante, metallico, che sarebbe piaciuto al francese, pensò all'improvviso.
Tre giorni di energia atomica-creativa. A Favara, ancora una volta, tutta colpa di quegli scalmanati di Farm Cultural Park. Gli stati generali della creatività giovanile in Italia.
Le parole hanno da sempre commentato le immagini, che tuttavia da sempre si sottraggono alle parole. Da circa cento anni, da quando qualcuno espose un orinatoio e venne preso sul serio, innumerevoli parole di teorici, filosofi, critici, hanno sostenuto le fortune di artisti senza talento, di pittori che non sapevano dipingere nè tanto meno disegnare, di autori di 'trovate', di 'provocazioni', come se nel secolo delle due guerre mondiali, dei totalitarismi, della 'morte di Dio' in Occidente, un artista potesse ancora provocare, magari sbudellando un animale in una galleria d'arte o esponendo le sue feci (poco importa se dell'animale o sue).
Venerdì scorso ha avuto inizio il laboratorio musicale di Sandro Sciarratta presso il centro Vita Nuova 3000, che accoglie decine di minori in fuga dal continente africano e dal Bangladesh.
L'idea è maturata durante l'intervento ad Agrigento di Medex, il Museo effimero dell'esilio di Bruxelles, fra gennaio e febbraio. I minori ospiti del centro avevano manifestato molto interesse per la musica, soprattutto per le percussioni e i ritmi. Durante le pause del laboratorio di Medex, conclusosi con una mostra e una intensa serata nel magnifico spazio di una chiesa barocca, alcuni ragazzi africani del centro utilizzando tubi di plastica, secchi, aste, materiali sparsi in un piccolo cantiere edile, avevano improvvisato assieme a Daniele Manno una specie di concerto: percussioni, voci e tromba, quella di Daniele. Era finita con una danza allargata, su quei ritmi che si ascoltano un po' ovunque nel Mediterraneo e che hanno risalito nei secoli il continente africano e hanno poi viaggiato nelle navi degli schiavi alla volta delle Americhe.
Tangerinies in georgiano significa mandarini. E' il titolo del film di Zaza Urushadze, regista, sceneggiatore e produttore, in programmazione al cinema Mezzano.
Siamo in Georgia nel 1990. La dissoluzione dell' URSS ha acceso sui territori del vecchio impero il furore cieco e armato dei nazionalismi, delle piccole patrie, dell'ossessione identitaria. Siamo in Abcasia, dove numerose famiglie di estoni sono costrette ad abbandonare le loro case per raggiungere il loro paese d'origine. Non Ivo, un falegname, e d Elmo, un contadino che nella follia delle bande armate che continuano a spararsi pretende di raccogliere i suoi mandarini nelle casse che il falegname a cento metri sta costruendo.
L'altra sera al seminario Giandomenico Vivacqua ha presentato l’ultimo numero della rivista Segno.
Presente Nino Fasullo, direttore della storica rivista palermitana che ha iniziato le sue pubblicazioni nel 1975.
Sono rari i casi di longevità delle riviste, di solito sagomate su contesti che costituiscono la zona di passaggio dalla cronaca alla storia. Le cronache e le storie sono plurime, come i loro tempi. E quelli delle riviste sono solitamente brevi come il contesto che riflettono e cercano di orientare.
E' stato presentato ad Agrigento nella sala chiaramontana del seminario l'ultimo numero della rivista 'Segno'. Sono intervenuti Giandomenico Vivacqua, Beniamino Biondi, Fausto D'Alessandro, Gaetano Gucciardo, Tano Siracusa, don Baldo Reina, il procuratore della repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio e il direttore della rivista Nino Fasullo. Pubblichiamo il testo dell'intervento introduttivo di Giandomenico Vivacqua
Continua l’intervento di Medex ad Agrigento. Sabato sera il loro museo itinerante ha esposto le opere nella chiesa del Purgatorio con la collaborazione di numerosi studenti del liceo. E’ stato creato un percorso, delle forme di interazione con i visitatori.
Del gruppo iniziale di Medex sono rimasti Sara e Daniele, che spiega nel video l’impostazione di una serata molto legata al loro intervento con i liceali, sottolineando l’atteggiamento collaborativo della preside Sermenghi e di alcuni professori e quello infastidito di altri docenti.