Ho incontrato tre volte Biagio Conte. La prima volta nove anni fa, in occasione della Giornata delle creature organizzata da Daniele Moretto, su una barca ormeggiata alla Cala di Palermo. Aveva le stampelle e un sorriso luminoso come gli occhi chiari, cerulei.
Virginia Bellomo se n'è andata, vinta da un nemico privo di riguardo e di gentilezza. Ci eravamo frequentati per un periodo della nostra giovinezza, quando entrambi, affascinati dal teatro, cercavamo, all'interno della compagnia del Piccolo Teatro Pirandelliano, di dare una forma alle nostre inquietudini intellettuali. Di alcuni anni più grande di me, Virginia spiccava per il carattere e per l'intelligenza. L'ho incontrata non molto tempo fa, a casa di amici, insieme al marito, lo stimato dottore Lillo Calcullo, il compagno affettuosissimo di tutta la vita. Insieme abbiamo ricordato gli anni del Piccolo, le profumate rappresentazioni estive del Caos, la fede di tutti gli attori, le inoffensive polemiche che caratterizzano la vita di ogni comunità. Sono ritornato a casa rinfrancato, perché nello specchio di Virginia ho visto nitidamente la bellezza di quella nostra comune formazione umana, il valore di un'esperienza nobilmente provinciale, autenticamente artistica. Sapevo del suo male e alcuni giorni fa l'ho sognata. Come il mago Cotrone, anche Virginia si è dimessa da tutto, ma come la contessa Ilse tornerà a recitare i suoi drammi al cospetto di spiriti più elevati.
V. guardò oltre la finestra socchiudendo le pupille, con la lenta, sospettosa curiosità di un gatto.
Provava avversione per quegli animali inaffidabili, la cui unica regola di vita sembrava la ricerca di una incomprensibile soddisfazione.
Ma come per i gatti i suoi tempi non erano governati dall’ora condivisa degli orologi, neppure per mangiare o dormire.
Spesso scriveva e mangiava, a volte dipingeva in piena notte.
Si era da poco svegliato in una stanza che non riconosceva, su un letto a una piazza e mezzo dove aveva dormito a lungo. Gli sembrava di avere trascorso un’enormità di tempo a sognare e adesso si sentiva uscito da un mondo appiattito, da una sconfinata superficie dove formicolava una luce verde e da vuote pareti dai colori smaltati, blu cobalto, ocra, arancio, azzurro oltremare, e quel rosso fiammeggiante, metallico, che sarebbe piaciuto al francese, pensò all'improvviso.
Le parole hanno da sempre commentato le immagini, che tuttavia da sempre si sottraggono alle parole. Da circa cento anni, da quando qualcuno espose un orinatoio e venne preso sul serio, innumerevoli parole di teorici, filosofi, critici, hanno sostenuto le fortune di artisti senza talento, di pittori che non sapevano dipingere nè tanto meno disegnare, di autori di 'trovate', di 'provocazioni', come se nel secolo delle due guerre mondiali, dei totalitarismi, della 'morte di Dio' in Occidente, un artista potesse ancora provocare, magari sbudellando un animale in una galleria d'arte o esponendo le sue feci (poco importa se dell'animale o sue).
Trent’anni dopo la conquista dello scudetto, Diego Armando Maradona, soprannominato “el Pibe de oro”, è tornato a Napoli per festeggiare il fausto anniversario. Non che da allora non ci fosse più tornato, ma il ritorno di cui stiamo parlando è un ritorno speciale, direi unico e irripetibile, circonfuso dall’aura della trasfigurazione semidivina.
A rimettere piede a Napoli, infatti, non è un uomo, un ex calciatore di straordinario talento, ma una reliquia vivente che dal balcone del suo lussuoso hotel impartisce una sorridente benedizione al popolo adorante che in questi giorni ha di nuovo scandito che “Maradona è meglio e’ Pelè”.
Julian ricorda volentieri come se la passava bene in Romania quando c’era il comunismo. Allora lavorava come comparsa nell’operetta e venivano tutti pagati dallo Stato. Era bene allora, dice. C' era bello.
Poi, quando il regime di Ceausescu è stato rovesciato, ha perso il lavoro perché con i soli incassi della biglietteria gli attori non ce la facevano. Ha seguito un corso di meccanica leggera, poi ha lavorato con una macelleria privata, un giro di maiali con i rom ma nessuno e niente era in regola, rischiavano la prigione e avevano dovuto chiudere. La brusca transizione all’economia di mercato lo ha sbalestrato ai margini della società e poi fuori dal paese come tanti altri rumeni.
Carissimi Amici e benefattori, Eccomi di nuovo sul mio campo di lavoro a Mungbere, dal sei settembre scorso. Un viaggio un po’ volutamente lungo per cogliere opportunità che avrei perso e che invece mi hanno avvantaggiato. Solo che a spese di fatiche. La mia partenza il 24/08 da Catania è stata all’insegna della compassione per tanti fratelli provati dal terremoto, qualche ora prima, non si capiva ancora l’entità del disastro. Il Signore ci aiuti tutti a vivere in solidarietà con chi soffre, e non solo per un momento.
Il Papa a sopresa ha annunciato che nominerà 15 nuovi cardinali, alcuni elettori in caso di conclave. Tra essi c'è l'arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro. La data in cui verrà nominato è il 14 febbraio prossimo.
Francesco Siracusa non è soltanto un bravo corniciaio, ma è uno che capisce di pittura e di arte, che conosce e frequenta i pittori, li segue, li mette in contatto fra di loro, li invita ad esporre. Grazie a lui ho conosciuto Pippo Rizzo, e assieme a lui e a Gaspare Macaluso siamo andati due volte a trovare l’artista di Aragona nella sua abitazione che è anche lo studio dove lavora. Il video monta le riprese realizzate in queste due occasioni.
Ce ne sono altri, come Rosario Bruno, come Juan Esperanza, che da decenni abitano nel nostro territorio e nel loro mondo poetico, che hanno prodotto opere importanti, lontano dalla ribalta, dai bagliori e dai clamori delle effimere ribalte dell’arte contemporanea. Grandi artisti che vivono appartati, concentrati sul loro lavoro.
'Biagio', un nuovo film di Pasquale Scimeca sulla storia del missionario palermitano Biagio Conte sara' presentato al Festival Internazionale del Film di Roma all'Auditorium Parco della Musica al 16 al 25 ottobre. Nel cast, Marcello Mazzarella, Vincenzo Albanese, Renato Lenzi, Omar Noto, Doriana La Fauci, Silvia Francese. Questo e' il trailer della pellicola.
Daniele Moretto per il periodico agrigentino Fuorivista (non piu' pubblicato dal 2005) ha incontrato Fra' Biagio undici anni fa. Di seguito riportiamo l'articolo.