TALENTI UMBRATILI. IL PITTORE PIPPO RIZZO OVVERO ELOGIO DELLA SOLITUDINE di Tano Siracusa
Francesco Siracusa non è soltanto un bravo corniciaio, ma è uno che capisce di pittura e di arte, che conosce e frequenta i pittori, li segue, li mette in contatto fra di loro, li invita ad esporre. Grazie a lui ho conosciuto Pippo Rizzo, e assieme a lui e a Gaspare Macaluso siamo andati due volte a trovare l’artista di Aragona nella sua abitazione che è anche lo studio dove lavora. Il video monta le riprese realizzate in queste due occasioni.
Ce ne sono altri, come Rosario Bruno, come Juan Esperanza, che da decenni abitano nel nostro territorio e nel loro mondo poetico, che hanno prodotto opere importanti, lontano dalla ribalta, dai bagliori e dai clamori delle effimere ribalte dell’arte contemporanea. Grandi artisti che vivono appartati, concentrati sul loro lavoro.
Pippo Rizzo ritiene che la solitudine costituisca la condizione ideale per produrre. Che neppure la rarefazione dei rapporti con gli altri artisti del territorio sia un grave svantaggio. Neppure la scarsa attenzione degli altri per la sua opera. Dei collezionisti, del pubblico, di chi controlla gli accessi alla visibilità e non va neppure a vedere cosa si realizza nel terrritorio. Neppure l’estraneità del suo paese. Nessun risentimento da parte sua, nessun malumore. Pippo Rizzo è semplicemenete un artista vero, maturo, colto, consapevole della sua collocazione nel contesto, che ha scelto la marginalità e se ne infischia delle mode, delle tendenze, che vive una vita frugale e dignitosa e non chiede niente a nessuno. Difficile che qualcuno passi dal suo studio o che qualche importante critico o ‘curatore’ di mostre provi a stanarlo. Le mie opere sono qui, il mio compito è produrle, dice lui tranquillo.