VIRGINIA, LA CONOSCEVO BENE di Giandomenico Vivacqua
Virginia Bellomo se n'è andata, vinta da un nemico privo di riguardo e di gentilezza. Ci eravamo frequentati per un periodo della nostra giovinezza, quando entrambi, affascinati dal teatro, cercavamo, all'interno della compagnia del Piccolo Teatro Pirandelliano, di dare una forma alle nostre inquietudini intellettuali. Di alcuni anni più grande di me, Virginia spiccava per il carattere e per l'intelligenza. L'ho incontrata non molto tempo fa, a casa di amici, insieme al marito, lo stimato dottore Lillo Calcullo, il compagno affettuosissimo di tutta la vita. Insieme abbiamo ricordato gli anni del Piccolo, le profumate rappresentazioni estive del Caos, la fede di tutti gli attori, le inoffensive polemiche che caratterizzano la vita di ogni comunità. Sono ritornato a casa rinfrancato, perché nello specchio di Virginia ho visto nitidamente la bellezza di quella nostra comune formazione umana, il valore di un'esperienza nobilmente provinciale, autenticamente artistica. Sapevo del suo male e alcuni giorni fa l'ho sognata. Come il mago Cotrone, anche Virginia si è dimessa da tutto, ma come la contessa Ilse tornerà a recitare i suoi drammi al cospetto di spiriti più elevati.