Sinestesia, mostra di fotografia, scultura e pittura, presso i locali dell’area pro loco Lido Rossello di Realmonte
Sinestesia è la mostra di fotografia, pittura, scultura curata dalla galleria A Sud Artecontemporanea di Realmonte, inaugurata Domenica 5 settembre presso i locali dell’area pro loco Lido Rossello di Realmonte, alla presenza del sindaco Calogero Zicari.
L’anima, fa dire Robert Musil ad uno dei personaggi de L’uomo senza qualità, è quella cosa che scappa a rintanarsi quando sente parlare di serie algebriche. Forse anche allo spirito accade qualcosa di simile. Da tempo, termini come anima, come spirito rischiano di rimanere sepolti dalla polvere dell’oblio. E la difficoltà che s’incontra nel tentare di definirli puntualmente, fa il paio con la loro inattualità. Anima e spirito non hanno più corso legale; così come onore, tradizione, gerarchia, coraggio. Tutta roba inservibile, se non per il trastullo di qualche testa rasata e vuota.
Una decina di anni fa i tammurinara che accompagnavano la processione di san Calò venivano da Porto Empedocle e tutto andava bene. Poi ci fu un incidente. Una lite con alcuni portatori, un tamburo sfondato sulla testa di un suonatore, e il magnifico gruppo dei percussionisti empedoclini non si fece più vedere. Con una felice eccezione. Qualche anno dopo l’incidente per la tammurriata più importante e attesa, quella conclusiva al rientro in chiesa a mezzanotte del santo nero, venne invitato il bravissimo ‘capo’ dei tammurinara di Porto Empedocle. Grandi applausi, emozionati abbracci alla fine, ma gli empedoclini non sono più tornati. Chi li vuole ascoltare deve andare a settembre alla Marina, per quel san Calò fuori stagione.
Adriana e io ci eravamo conosciute “a distanza” circa sette anni fa, mosse dagli stessi interessi e intenti. Prima, avevamo abitato gli stessi luoghi e gioito degli stessi odori e bagliori ad Agrigento, dove le nostre amicizie e conoscenze comuni sono tante. Io e lei, nonostante la distanza geografica che il mio trasferimento a Roma ci impone, ci siamo subito riconosciute.
'Marocchini', a Realmonte, presso la galleria di Giovanni Proietto. La mostra è stata a Genova, Linosa e Agrigento, dovrebbe poi andare a Palermo.
Le fotografie scattate da Tano Siracusa durante i suoi numerosi viaggi in Marocco, dal 1984 al 2012, si collocano a metà strada tra il diario personale e il reportage. In esse, quasi dialetticamente, il passato si manifesta nel presente, proprio perché il Marocco che mostrano non è altro che una rievocazione delle atmosfere dell’infanzia del fotografo, quelle della Sicilia premoderna degli anni Cinquanta e Sessanta.
Venerdì 20 maggio, presso la viva libreria “Spazio Cultura” sita in Via Marchese di Villabianca a Palermo, è stata presentata nuovamente a Palermo la seconda opera di Emanuele Enrico Mariani, dal titolo “Risonanze impolitiche, Mimesis Edizioni 2012 ”. Insieme all’autore hanno dialogato la psicologa e psicoterapeuta Ivana Vitrano, la poetessa e pittrice Rosi Lesto, ed il medico e musicista Salvatore Nocera Bracco. Ospite d’onore della serata è stata la professoressa Elke Wachendorff, Presidente del Nietzsche-Forum di Monaco di Baviera.
Sembra che uno dei pochi vantaggi dell’età adulta, specie quand’essa è appesantita dalla ossessione della ineluttabilità del tramonto, sia questo: riuscire a discriminare con immediatezza il superfluo dal sostanziale, riconoscendo il vacuo, il superficiale, l’insignificante, optando decisamente per una riflessione onesta e generosa circa i reali interrogativi del nostro tempo.
L'operazione del fotografare è un sottrarre, un togliere, come per gli scultori. Come quella di un sarto che ritaglia nel tessuto della sua esperienza visiva, mai identica a se stessa, incessantemente variata nello sguardo.
Questo è vero per ogni singolo scatto, ma lo è anche per il fondamento del gesto fotografico che è poi la libertà, la scelta del fotografo di inclusione-esclusione fra ciò che vede. Alla fine un reportage, almeno nella memoria del fotografo, è attraversato dalle assenze, dalle esclusioni, quegli scatti che si è deciso di non fare, a volte sbagliando si capisce: ma questo lo si pensa sempre dopo.
Nel 2004 ho fotografato in Perù per più di un mese. Da Lima a Cajamarca, Celendine, Tarapoto, Lamas, Iquitos. E poi Cuzco, Arequipa. Autobus sgangherati, battelli dove si dormiva sulle amache, taxi che sfrecciavano all’alba nella foresta per i frequenti agguati. Città, villaggi, fiumi, laghi, montagne. Contesti diversi, incontri, spaesamenti. A volte semplicemente la luce era una sorpresa. E diffuse, disperse fra processioni, petardi e sonnolenza, le tracce della violenza.
Verde urbano. La necessità di pianificare, progettare e gestire le aree non costruite per migliorare la qualità della vita in città è il tema del seminario che si è tenuto sabato 19 marzo ad Agrigento nei locali della sala convegni della Biblioteca comunale Franco La Rocca. Dopo i saluti del sindaco Calogero Firetto, l'introduzione dell'assessore all'Ambiente Domenico Fontana, con il coordinamento degli interventi da parte di Giuseppe Barbera professore dell'università di Palermo.
La nebbia è un fenomeno atmosferico insolito da queste parti oltreché una facile, abusata metafora. Il suo malinconico velare allude al non visto, a volte maliziosamente anche a chi non vuol far vedere. Anche la pioggia è ormai diventata ad Agrigento un fenomeno atmosferico raro, ma la sua funzionalità metaforica è meno evidente ed è un segno dei tempi se può essere associata ad una specie di allegra frenesia, a una tarantella di Cannavacciuolo. Come un adagio di Vivaldi alla nebbia.