Il teologo Paolo Ricca, presentandolo a Roma, ha definito il libro di Roberto Scarpinato e Saverio Lodato 'Il ritorno del Principe', chiarelettere editore, 'agghiacciante'. E in effetti la lettura delle 347 pagine lascia davvero senza fiato, ti inchioda in una sorta di blocco estatico come se improvvisamente fasci luminosi di verità ti rivelassero non fatti ma chiavi esplicative di fatti, connessioni logiche, spiegazioni convincenti, dove alla fine tutto si tiene: Machiavelli e la controriforma, il manzoniano Don Rodrigo e Bava Beccaris, Leopoldo Franchetti e i Fasci siciliani, Roberto Calvi e Marcello Dell'Utri, Gianfranco Miglio e Totò Riina e così continuando fino ad abbracciare ogni episodio significativo della nostra storia moderna.
La conclusione è che in Italia il potere non è riuscito a guadagnare quelle forme astratte e generali che in altre parti d'Europa hanno costituito i sistemi liberal democratici per presentarsi strutturalmente e non occasionalmente come potere criminale, un potere cioè che alimenta e si nutre di stragi, corruzione e mafia.
Scarpinato non è solo un magistrato che da vent'anni segue i principali fatti giudiziari siciliani è un intellettuale fine e rigoroso, con una affascinante capacità di offrirti risposte teoriche alle tante domande che i nodi irrisolti della nostra storia ci dettano continuamente.
Dunque un libro assai stimolante, come le domande di Saverio Lodato, con l'ambizione di dare una risposta teorica sistemica alle 'anomalie' del nostro paese.