AGRIGENTO TRA GLI ANNI CINQUANTA E SETTANTA NEGLI SCATTI DI GIUSEPPE ARENA
Nota introduttiva dei curatori Angelo Pitrone e Giovanni Scicolone
Recuperare la memoria di una città è un’operazione complessa che può attuarsi attraverso diversi canali che attingono alla storia, all’architettura, all’arte, alla politica.
Recuperarla per una città che in pochi decenni ha subito una trasformazione sociale ed urbanistica radicale diventa anche un’operazione fortemente culturale.
La fotografia è probabilmente lo strumento che meglio documenta, per la sua intrinseca oggettività, il vorticoso e talvolta incoerente processo di cambiamento che Agrigento ha vissuto a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta.
L’avere avuto a disposizione il fondo di Giuseppe Arena, uno dei fotografi che ha operato intensamente in città per quasi quaranta anni, esercitando oltre alla tradizionale attività di fotostudio, cerimonia ed eventi, anche quella di fotoreporter giornalistico, è stata una opportunità rara e avvincente per ripercorrere le tappe di questo mutamento.
Giuseppe Arena è stato tra gli ultimi esponenti di quella scuola di fotografi-artigiani che eseguivano personalmente e manualmente tutti i processi di lavorazione delle fotografie, dallo scatto alla stampa, e per questo, riferimento per gli appassionati di questa arte a cui ha potuto trasferire le proprie conoscenze ed esperienze.
Il patrimonio fotografico consta di diverse migliaia di immagini su negativo e stampa realizzate agli inizi della sua attività di fotografo intorno alla metà degli anni Quaranta per proseguire fino al 1984, anno della sua scomparsa. Curiosamente tra le foto del fondo ben poche sono quelle relative a celebrazioni e ritrattistica di privati, attività per le quali era noto. La maggior parte di esse riguarda invece la vita e l’immagine della città, ragione per la quale questo materiale assume una rilevanza documentaria non indifferente. Ciò amplifica il rammarico derivante dalla perdita di altre migliaia di negativi causata dalle loro cattive condizioni di conservazione.
Il fondo si presentava privo di una efficace catalogazione. L’autore si era limitato a distinguere le immagini per soggetto e/o evento, spesso senza fornirne una precisa datazione. Pertanto, si è reso necessario affiancare alle operazioni di digitalizzazione e recupero del materiale un’attività di ricerca storica ed iconografica volta a dare sistemazione organica e cronologica al patrimonio stesso. Per la quantità e la potenzialità documentaria possedute sono state privilegiate per la mostra le foto riguardanti il periodo che va dalla seconda metà degli anni Cinquanta alla prima metà dei Settanta. Il materiale selezionato, che si allontana dal cliché delle “foto-cartolina” di Agrigento, consente di cogliere lucidamente i rapidi passaggi di trasformazione che hanno attraversato e segnato il volto e il costume della città.
Giuseppe Arena ci ha infatti consegnato inedite rappresentazioni della città, scorci trascurati o scomparsi, sguardi anacronistici, momenti di vita collettiva dimenticati, colti sia nell’ambito della sua attività professionale sia nelle sue passeggiate solitarie da reporter senza mai scadere alla tentazione di un nostalgico passato.
Biografia, di Sandra Scicolone
Giuseppe Arena nasce ad Agrigento nel 1922.
Negli anni della seconda guerra mondiale, mentre gli uomini più adulti sono impegnati sul fronte, giovanissimo trova lavoro presso il Consorzio Agrario, ma è un impegno a scadenza, che viene meno al ritorno dal conflitto degli impiegati sopravvissuti. Già in questi anni manifesta la sua attenzione per la fotografia, sebbene in veste amatoriale e con mezzi rudimentali. Venuto meno il lavoro al Consorzio, fa della passione la materia della sua futura attività. Dapprima utilizza per i suoi primi esperimenti di foto e stampa il ripostiglio di un negozio di articoli da regalo, per concessione del titolare dello stesso, l’amico Michele Proto. Poco tempo dopo, però, apre il suo studio nella traversa di Via Atenea, il Vicolo San Pietro, che rimarrà legata a tutta la sua attività lavorativa. Siamo nel periodo dell’immediato dopoguerra. Si sposa nel 1951, mette su famiglia e comincia ad operare in città insieme a pochi altri fotografi professionisti. Sono gli anni durante i quali si dedica prevalentemente alla produzione di servizi per cerimonie private, battesimi, nozze, comunioni, voce che, a dire il vero, resterà determinante nella conduzione e nell’economia dello studio. Con il passare degli anni, consolidato il marchio “Foto Arena”, diventa un professionista noto nell’ambiente locale e intensifica l’attività di fotografo lavorando anche per conto di enti pubblici e privati. Resta memoria nel suo archivio di numerosi reportages e servizi dedicati ai comizi dei politici nazionali in visita ad Agrigento, alle cerimonie culturali più rilevanti, alle trasformazioni urbanistiche della città di quegli anni.
Dal 1955, però, si registra una svolta significativa nel suo lavoro: apre il fronte del “reporter” iniziando la collaborazione col giornale “L’Ora”. Tale rapporto diventa continuo nel periodo in cui, tra il 1960 e il 1968, è operante la redazione cittadina del quotidiano guidata da Ermogene La Foreste. Per “L’Ora”, in un’epoca fotograficamente pionieristica per le difficoltà di invio dei materiali a Palermo in tempi ragionevoli, produce prevalentemente servizi di cronaca locale, talvolta anche nera. Dalla fine degli anni Sessanta Giuseppe Arena amplia il ventaglio delle sue collaborazioni ed allaccia un solido rapporto anche con “il Giornale di Sicilia” e “La Sicilia” in qualità di fotoreporter sportivo, seguendo in modo particolare la squadra di calcio cittadina, l’Akragas. Molti tifosi ne ricordano ancora e affettuosamente la costante presenza a bordo campo.
La sua presenza nella vita della città si manifesta anche per un’iniziativa degna di nota, la fondazione negli anni Settanta del “Club dell’Arte”, un’associazione che promuove l’attività di artisti locali allestendo mostre di pittura, scultura e altri tipi di manifestazioni culturali in una piccola galleria adiacente lo studio fotografico.
Nel 1977 riceve il primo importante riconoscimento per la sua attività: viene insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro. Pochi anni dopo, nel 1982, si vede decorare anche del titolo di Cavaliere Ufficiale.
Scompare, colto da improvviso malore, appena sessantaduenne, nell’ottobre del 1984.
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Agrigento negli scatti di Giuseppe ArenaThis text will be replaced
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