Il recente intervento di Giovanni Taglialavoro offre spunti interessanti per un'analisi della fase che vede in atto un accelerato processo di riposizionamento e ricomposizione delle forze politiche alla ricerca di inedite alleanze e di programmi di stampo genericamente riformista, pronte per una campagna elettorale dagli esiti incerti, nonostante l'ampio margine di vantaggio assegnato dagli ultimi sondaggi alla coalizione di centro-sinistra. Le prossime elezioni di Febbraio costituiscono il secondo appuntamento in ordine di importanza dopo quello francese, che ha visto prevalere nettamente le forze della sinistra riformista, in attesa di quelle tedesche, il cui esito potrebbe disegnare un quadro nuovo dei rapporti di forza nel continente europeo.
In prospettiva di una possibile sconfitta delle forze conservatrici, che fanno riferimento al PPE, che hanno governato l'Europa in quest'ultimo decennio, si sta delineando una controffensiva per rispondere alla crisi chiamando alle armi, in Italia, in un rassemblement dell'ultima ora, soggetti non riconducibili alla militanza politica attiva, fino a qualche mese addietro, sotto la supervisione tecnocratica del Professore Monti.
Il Montismo, si svela, dunque, come la ricetta piu' sobria e, nello stesso tempo, piu' organica della destra tecnocratica europea dopo la sbornia berlusconiana. Sancisce il fallimento del vecchio modello neoliberista europeo, di fronte all'aggravarsi di una crisi di sistema che si fa sempre piu' aggressiva nei confronti delle fasce piu' deboli della popolazione. Ratifica la sostanziale bocciatura del suo vecchio gruppo dirigente. Ma e' anche la risposta emergenziale suggerita dal Capitale finanziario Europeo per consolidare i suoi fragili equilibri, messi a rischio dalla crisi, in una parte importante d'Europa, l'Italia.