UN NUOVO PARADIGMA PER AFFRONTARE LA CRISI di Emanuele Pace

Il recente intervento di Giovanni Taglialavoro offre spunti interessanti per un'analisi della fase che vede in atto un accelerato processo di riposizionamento e ricomposizione delle forze politiche alla ricerca di inedite alleanze e di programmi di stampo genericamente riformista, pronte per una campagna elettorale dagli esiti incerti, nonostante l'ampio margine di vantaggio assegnato dagli ultimi sondaggi alla coalizione di centro-sinistra. Le prossime elezioni di Febbraio costituiscono il secondo appuntamento in ordine di importanza dopo quello francese, che ha visto prevalere nettamente le forze della sinistra riformista, in attesa di quelle tedesche, il cui esito potrebbe disegnare un quadro nuovo dei rapporti di forza nel continente europeo.
In prospettiva di una possibile sconfitta delle forze conservatrici, che fanno riferimento al PPE, che hanno governato l'Europa in quest'ultimo decennio, si sta delineando una controffensiva per rispondere alla crisi chiamando alle armi, in Italia, in un rassemblement dell'ultima ora, soggetti non riconducibili alla militanza politica attiva, fino a qualche mese addietro, sotto la supervisione tecnocratica del Professore Monti.
Il Montismo, si svela, dunque, come la ricetta piu' sobria e, nello stesso tempo, piu' organica della destra tecnocratica europea dopo la sbornia berlusconiana. Sancisce il fallimento del vecchio modello neoliberista europeo, di fronte all'aggravarsi di una crisi di sistema che si fa sempre piu' aggressiva nei confronti delle fasce piu' deboli della popolazione. Ratifica la sostanziale bocciatura del suo vecchio gruppo dirigente. Ma e' anche la risposta emergenziale suggerita dal Capitale finanziario Europeo per consolidare i suoi fragili equilibri, messi a rischio dalla crisi, in una parte importante d'Europa, l'Italia.
Non si spiegherebbe altrimenti la politica di smantellamento dello stato sociale, messa in atto da Monti and Company, in coerente continuazione con le precedenti politiche berlusconiane. Un disegno neoautoritario di cui la riforma della pensioni, con il suo inquietante capitolo degli esodati, l'abolizione dell'articolo 18, la fagocitata divisione della rappresentanza del Lavoro, il Caso Pomigliano ne costituiscono la sua plastica rappresentazione, la sua prassi e il suo modello da generalizzare.
Nell'ipotesi di una vittoria della Sinistra riformista in Italia e poi in Germania, sarebbe auspicabile che le forze politiche che fanno riferimento al Socialismo democratico si intestino una profonda operazione di cambiamento degli attuali indirizzi di politica economica dell'Unione, assegnando un ruolo piu' attivo e piu' ampio alla banca Centrale Europea, come prestatore di ultima istanza, superando il suo ruolo attuale di soggetto regolatore della dinamica inflazionistica, rivisitando il Trattato di Maastricht, per consentire un affidamento piu' ampio di potere decisionale alla sua Banca Centrale, assumendo come modello la piu' potente Federal Reserve americana. Sarebbe auspicabile altresi' che si andasse oltre, nella gestione della crisi, l'opzione tecnocratica, purtroppo condivisa da una larga fetta della Sinistra riformista, ritrovando il coraggio di offrire un altro paradigma, alternativo al neoliberismo, fautore di tanti disastri sociali.
Rifiutando l'idea che si possa uscire dalla crisi con politiche di smantellamento dello Stato Sociale,con l'austerita' e il rigore a senso unico di stampo montiano che addossa alle classi piu' deboli l'onere piu' pesante in termini fiscali, penalizzandole anche sotto il profilo della distribuzione della ricchezza. Uscire dal circuito vizioso delle politiche di rientro forzoso dal debito che trova nel fiscal compact la sua cinica attuazione numerica, proponendo un nuovo New Deal Europeo, uno standard retributivo europeo per un rilancio della domanda aggregata attraverso una equilibrata politica di investimenti pubblici in settori strategici quali l'ambiente, la scuola, la sanita' e le energie alternative al petrolio, determinando cosi' quel circuito virtuoso, precondizione per un decisivo aumento del PIL e delle Entrate. Cambiare, dunque, paradigma si puo'.
Questo e' il messaggio che deve essere veicolato dalla Sinistra Europea per il Governo dell'Unione, iniziando dall'Italia.
Rilanciare politiche di spesa pubblica finalizzata al rilancio dell'occupazione, soprattutto giovanile, in direzione, come gia' detto, della messa in sicurezza e del risanamento dei territori a rischio idro-geologico, di valorizzazione dell'immenso patrimonio artistico-monumentale ed archeologico di cui disponiamo, in investimenti in ricerca ed innovazione del processo e del prodotto, rendendo in questo modo superate le vecchie ricette liberiste fondate sulla riduzione forzata del Debito e del costo del Lavoro.
Partendo da queste premesse, ci corre l'obbligo di porre alcune domande chiarificatrici allo schieramento riformista che si candida al Governo del Paese.
Perche' e' dalla sua credibilita' programmatica, dalla sua capacita' di fascinazione ideale e di evocazione di un nuovo immaginario collettivo che si deve partire per vincere, evitando, in questo modo, di restare impaludati nel compromesso piu' bieco.
Partiamo dagli impegni ratificati dal Governo Berlusconi in ambito Europeo per il rientro dal Debito, primo fra tutti il fiscal compact che richiedera' manovre finanziarie di circa 40 miliardi all'anno per un quindicennio. Ci sara' continuita' o discontinuita' nell'azione di Governo delle forze riformatrici?
Con quali politiche si intendono colpire i grandi patrimoni, le grandi rendite, la grande evasione fiscale, la corruzione politica e la grande criminalita' organizzata? Ci sara' continuita' con l'agenda Monti? Come e dove reperire le risorse per rilanciare i Grandi comparti industriali in crisi come l'Ilva, l'Alcoa, Termini Imprese, il Sulcis? Come rilanciare una politica di uscita dal precariato, di credito alle famiglie e alle piccole e medio imprese? Come invertire la tendenza all'aumento del Debito pubblico in una fase di grave crisi recessiva che si caratterizza per un calo tendenziale della domanda e degli investimenti?
E' dalla risposta che sara' data a questi interrogativi, da parte delle forze democratiche e progressiste che si candidano al Governo del Paese, che saremo in grado di valutare la loro credibilita' programmatica.
Per dare una risposta alta ai gravi problemi del nostro Paese e soprattutto una speranza alle nuove generazioni che attendono da noi segnali per costruire ed immaginare un mondo migliore in cui vivere.
categorie: 
Tags: