LA LETTERA ''Recuperare i monumenti è il nostro sogno'' di Alessandro Ciulla
La lettera
Gentile signora Crespi,
si ricorda di me? Qualche settimana fa mentre lei passeggiava per le vie del centro storico di Agrigento io e alcuni giovani l´abbiamo fermata per chiederle di visitare le due chiese di San Lorenzo e San Pietro. Il mio nome è Alessandro. Qualche giorno fa ho sentito che dovevo scriverle. Il nostro incontro è stato casuale. E´ vero. Ma non la sua decisione di visitare quei luoghi. Lei è tornata indietro per farlo e, mi permetta di sottolinearlo, alla sua età quel suo cambio di direzione ha avuto il valore di una testimonianza che io non dimentico. L´ho sedimentata nel cuore.
Lei ha intravisto quello che facciamo. Non sono bravo a parlare con le persone. Approfitto dello spazio di queste righe per chiarirle il senso della nostra presenza di giovani volontari in quelle due chiese. Noi non abbiamo scelto la strada della critica in questa città che ci ospita. Ci siamo trovati dieci anni fa, per caso, a riaprire questi monumenti, chiusi e abbandonati da decenni,capendo solo adesso il senso di un si che allora abbiamo semplicemente detto. E ci siamo assunti la responsabilità di ripetere quel si, ogni giorno, ormai da dieci anni, nonostante tutto e tutti intorno a noi dicano No.
Qualche giorno dopo il nostro incontro con lei, abbiamo avviato piccoli lavori di manutenzione per accogliere più decorosamente le persone nella prima delle due chiese che lei ha visitato (San Lorenzo).Questa volta ho deciso di inserire, proprio all´ingresso del monumento, una frase che esprimesse il rapporto che stiamo vivendo con questo luogo, ormai sofferente da troppo tempo, a causa dei problemi al tetto che stanno deteriorando stucchi e affreschi: Un sogno è un pensiero che non dorme mai.
Sino a quando non si riuscirà ad eliminare la sofferenza alle strutture di questa chiesa, nessuno di questi volontari permetterà alla propria coscienza di andare a dormire. Meno di una settimana fa, però, una pioggia incredibile e, ahinoi, lunga un intero e maledetto giorno, ha invaso lunghi tratti del tetto che insiste sul presbiterio, arrecando danni grandissimi all´affresco della volta. E non so per quale ragione, nella mia assoluta mancanza di mezzi per ovviare a questo disastro, ho deciso di rivolgermi a lei come a mia madre per chiederle di aiutarci.
San Lorenzo per noi è un bambino caduto in un pozzo senza che nessuno di noi possa raccoglierne le grida d´aiuto. Ma lei è stata l´unica, quel giorno, mentre passeggiava, ad ascoltarle, decidendo di cambiare percorso. Noi non abbiamo avuto nessun merito a riconoscerla per strada e fermarla. E´ stato il suo amore per la bellezza che ci ha portati da lei. In nome di questa bellezza le chiedo di aiutarci a tirare San Lorenzo fuori dal pozzo. La prego.
Alessandro
LA RISPOSTA
Mi ha fatto piacere ricevere la sua lettera. Non perdetevi d'animo.
Ora mi sto occupando della famosa strada.
Passo comunque il vostro appello all'Ufficio Studi del FAI.
Giulia Maria Mozzoni Crespi
Cos'è il Fai
La proposta ad esempio, di chiudere la via della Passeggiata archeologica è forte per chi vive la città, ma appare più che logica dal punto di vista della tutela dei monumenti, del paesaggio, del visitatore e dell'economia. Con un sistema di navette, come avviene nelle aree archeologiche di tutto il mondo, con biciclette, limiti al traffico, aree pedonali, si ricompenserebbero coloro i quali affrontano il disagio di un viaggio faticoso e lungo per arrivare alla città e visitare la Valle; si disciplinerebbero inoltre una serie di servizi, che sono in altre parti occasioni di lavoro per i residenti. Oggi cosa offre invece la città al visitatore? Caldo, parcheggi abusivi, il solito caos al posto di ristoro, che causa file interminabili dure da tollerare anche per chi vive e guida le macchine ad Agrigento.
Cos'è Sanlorè
Alessandro Ciulla gestisce la cooperativa sociale Sanlorè di Agrigento, nata con l'obiettivo di salvare i monumenti ecclesiastici abbandonati; l'associazione, per questo, ha iniziato a catalogare i beni della Chiesa agrigentina. Cura da anni il progetto 'Abito qui', per prima nel Sud Italia a raccogliere vestiti dismessi per ridistribuirli ai meno abbienti. Nelle chiese chiuse al culto di San Pietro e San Lorenzo organizza iniziative culturali.