La grande giostra di Amsterdam ruota dentro una pioggia quasi invisibile, impalpabile, come una specie di cipria liquida.
Gli abitanti della città sono abituati, a piedi o in bicicletta solo pochi si muovono con i parapioggia aperti. Quando per qualche ora il sortilegio della quasi pioggia svanisce, il sole accende sulla città bagnata bagliori iridescenti, che mostrano il cromatismo vibrante sulle facciate delle case un po’ sbilenche e dei sontuosi palazzi, moltiplicato dalle superfici riflettenti. Il vetro con le sue trasparenze è il materiale prediletto nei luoghi bui, il vetro orlato da quelle cornici architettoniche che sono le finestre.
Amsterdam è la città delle finestre, delle loro geometrie regolari che viste da fuori sembrano ispirare Mondrian o esserne ispirate, mentre negli interni giocano con gli specchi rimbalzando la luce e moltiplicandola in miraggi domestici, come nei dipinti di Vermeer o di de Hooch.