L'ARTE DI MIMMO GALLETTO di Tano Siracusa
Sabato sera siamo andati a trovare Mimmo Galletto nella sua casa a Raffadali. Ci siamo accomodati in cucina, dal balcone si vedeva la strada vuota, ormai buia, dove ogni tanto scivolavano i fari accesi di un'auto. Mimmo è una rara persona che crea spontaneamente, forse inavvertitamente, la scena già incorniciata dentro la quale parla, racconta, recita versi suoi e di altri poeti o di anonimi contadini, ragiona con competenza da filologo sulla rifonetizzazione di un verso raccolto a Sambuca e recitato a Raffadali, ricorda il suo paese com’era e lo racconta com’è. C’è solo da posizionare una piccola videocamera e accenderla, sperando che la ignori, che non chieda di spegnerla.
Una rarità, quella di Mimmo Galletto, ribadita come tale da chi accende e spegne le luci sulla scena artistica nel nostro territorio.
Amato da un vasto pubblico come autore e attore di teatro, apprezzato dalla critica non solo locale per la sua produzione poetica e saggistica, Mimmo Galletto lavora da sempre ai margini dei nostri circuiti teatrali e culturali. L'accesso alla ribalta è regolato da codici che ignora o che non vuole utilizzare. Ora sta preparando una nuova regia della sua commedia ‘La tedesca’. Le prove di lettura sono fatte a casa sua.
La sua rarità pubblica è una sottrazione che la comunità subisce. In un paio d’ore di conversazione ha offerto come doni distratti spunti e materiali per uno spettacolo, un monologo sulla poesia siciliana dal Protonotaro ai nostri giorni, quella d’autore e quella popolare, l’anonima produzione contadina, fra riflessioni estetiche, recitazione di testi, incursioni struggenti della memoria, in una tessitura di suoni, parole e mimica facciale che chiede soltanto un microfono, il buio e un riflettore. E un teatro, un grande teatro dove incontrare il pubblico.
Puoi farne l’uso che vuoi delle riprese ha detto alla fine, prima di salutarci.
Ne ho fatto un breve montaggio, una specie di anteprima di uno spettacolo che come un personaggio chiede all'autore di essere completato: il video offre alcuni di quei doni sacrificandone molti altri di quelli mostrati.
Mimmo Galletto si sente anacronistico e si sbaglia: appartiene al nostro tempo, a questo presente, alla vena di questo presente dove scorre la memoria che custodisce le parole, quelle che conducono alle comuni radici. Appartiene allo strato più profondo e vitale di questo presente da incubo.