RENÉ AD AGRIGENTO di Tano Siracusa

René è un giornalista francese in vacanza ad Agrigento. Forse per deformazione professionale non riesce a guardarsi attorno senza fare domande alle quali non è sempre facile rispondere. Osserva, interroga, ascolta, fa confronti. Secondo lui certe Medine in Marocco sono molto più pulite del nostro centro storico, dove coglie una specie di dismisura nel degrado che non capisce.
Parlando di Agrigento René ha finito col ricordare Marrakech, quando una ventina di anni fa sono sparite le centinaia di ‘guide’ che presidiavano la grande piazza di Jamaa el Fna: le autorità avevano accertato che la presenza di quelle guide tiranniche e tracotanti costituiva la causa prima del mancato ritorno dei turisti nella capitale berbera del Marocco.
Sostiene che per il mercato turistico guide abusive e spazzatura abusiva possono equivalersi come fattori negativi, che se a Marrakech hanno fatto sparire le guide abusive per trattenere i turisti, allora qui per lo stesso motivo le autorità dovrebbero far sparire in fretta la spazzatura dalle strade.

René viaggia molto per motivi professionali, era a Napoli quando i rifiuti raggiungevano i primi piani dei palazzi al centro, e tuttavia la monnezza che ha visto entrando in città lo ha impressionato. Ha pensato che fosse in corso uno sciopero, che ci fosse un’emergenza.
Lo accompagno da via Atenea verso la Cattedrale attraverso via Neve, su per scalinata di salita Sanso. 
L’altra scala, più breve e più ripida che fiancheggia la facciata del Palazzo Tomasi e si arrampica verso via Bacbac, è transennata e invasa da una fitta vegetazione. 
Ci sono molte case crollate o che minacciano di farlo in questa zona peraltro discretamente abitata da un residuo di popolazione locale e da numerose famiglie di immigrati. Anche la scalinata che da via Sanso porta al vecchio cinema Odeon è stata di recente transennata dopo la caduta di un cornicione.
Crolli, scale transennate, erbacce ovunque e monnezza sparsa per strada che nessuno raccoglie, se non qualche proprietario di B&B nella prossimità della sua abitazione e qualche residente esasperato. 
Cerco di spiegare che qui, appena sopra via Atenea, si sta perdendo la memoria di quando venivano gli operatori ecologici a pulire con scope e palette, ciò che vede è ormai la normalità alla quale ci si sta abituando, come se davvero lo spazio pubblico e condiviso fosse di nessuno, come se fosse lo spazio di nessuno anche per il sevizio pubblico di raccolta e smaltimento dei rifiuti. 
Non sembra molto convinto, né io provo a spiegarmi meglio. Tanto René è qui in vacanza e c’è il mare.
Primo sole d’estate, le spiagge ancora quasi deserte, una brezza da levante. C’è anche il divano a dondolo libero in un chiosco. 
Una specie di miraggio per uno che viene da Parigi, da dove gli impressionisti si allontanavano per inoltrarsi verso la luce abbagliante della Provenza e della Liguria. Qui il vento porta dall’Africa una luce più sgranata e calda, trascina voci dalla spiaggia, i tonfi delle onde. 
Il mare verde, blu cobalto, bianco, viola all’orizzonte quando arriva il maestrale, dico a René. Il mistral che fa impazzire i marsigliesi, dice lui.
Ma prima sul lungomare di San Leone ancora rifiuti sparsi, disseminati dappertutto.
Voi forse vi state abituando, ma per abituarsi ci vuole tempo e i turisti non ne hanno, dice René dondolandosi sotto il cielo che sembra curvarsi come un ombrello. 
Sfotte e bisogna starci, perché alla fine è quello che vede adesso, che ha visto e che vedrà nei prossimi giorni ad andare in giro con lui.
Un luogo, una città diventa per il viaggiatore una scia, un coagulo di immagini. E di quelle poi si parla, si scrive, si racconta, in base a quel fascio di immagini si decide di andare, di tornare o di restare. 
Ho provato a descrivere nel video l’amalgama visivo di questa prima giornata di René ad Agrigento, di brutture e incanti, di sfasci e armonia, di bellezza e monnezza. Che da queste parti rimano.

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