C'E' QUALCOSA DI NUOVO OGGI NELL'ARIA, ANZI D'ANTICO di Giovanni Taglialavoro

'Come vi raggiungo?' ' Da via Giambertoni se vuoi o dal cannuneddu. Fai via Cannameli e poi ci vedrai.' Tano è lì ad aspettarmi insieme ad alcuni giovani artisti coi quali ha condiviso un progetto ambizioso: trasformare l'estremo degrado urbano in occasione di creatività e di aggregazione. La case sono sventrate, le strade hanno perso memoria di ogni forma di manutenzione. Le macerie prevalgono sul costruito, ovunque desolazione e abbandono. Entusiasmo: giovani artisti di buone famiglie hanno trovato un senso forte alla loro voglia di esserci, di contare, di cambiare lo stato delle cose. Tano offre la sua visionarietà, la sua irriducibile autenticità, la sua intuizione del bello. Beniamino la sua inclusività sociale e il suo rigore culturale. Una miscela dirompente, anche perché non si pensano nella loro alterità minoritaria ma come nucleo di una larga avanguardia che potrebbe invertire paradigmi radicati nel senso comune di questa città. Non il costruire, ma il decostruire, non il cemento, ma le pietre, non l'asfalto ma i pavimenti, non i gruppi di speculatori ma il volontariato: il centro storico come valore d'uso e non di scambio. Ci si prepara all'evento. L'inaugurazione sarà il prossimo 30 agosto, mostre, video, letture e cucina etnica. Lascio Tano mentre discute con Beniamino, Giovanni e gli altri come usare lo spazio di quella che prima del crollo era una casa:liberato dalle macerie potrebbe diventare o una macchia di verde o una lenzuolata con curdine a simboleggiare una quotidianità domestica da anni assente. Il sindaco verrà a complimentarsi con loro. Improbabile la reciprocità, a meno che...

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