UN CICLO POLITICO E' FINITO. QUALCUNO LO DICA AI PARTITI di Alfonso M. Iacono
La morte di David Rossi è la tragedia più cruda e terribile di una città, Siena, che non sarà più la stessa. Sommersa dai debiti, con il Monte dei Paschi di Siena, il comune e l'università annegati nei paurosi buchi di bilancio, la città che fu del buon governo, come ancora ci ricorda l'affresco di Ambrogio Lorenzetti, affonda.
Qui non c'erano preti senza la grazia o filosofi militanti della democrazia e della critica in cerca di un qualche dio vero o fasullo, come al S.Raffaele di Milano. Qui l'immagine era di una comunità, fondamentalmente democratica e di sinistra, molto orgogliosa e compiaciuta di se stessa e di un certo suo isolamento, che vincolava la politica cittadina e universitaria a un governo delle cose, dove tutti si conoscono e tutti si dividono nelle contrade. La pubblicità del MPS era spesso ben fatta e rimandava un'immagine di come una città di proporzioni medievali, per senso della misura e semplicità, potesse ben competere con le grandi metropoli del mondo e con la loro immagine di vita e di denaro. Qui l'università ebbe un rettore che diventò ministro e si mosse per un riforma della didattica, mentre l'ateneo senese dava mostra di sé inventando la prima facoltà in Scienze della comunicazione e stando sempre ai primi posti nelle classifiche per la qualità dell'organizzazione didattica e l'eccellenza delle strutture. Oggi tutto questo si è rivelato un fallimento. Il Monte dei Paschi di Siena, l'università boccheggiano per mancanza di ossigeno, Siena non sarà più quella che è stata.
In un certo senso la situazione attuale della città del palio è emblematica di un punto di non ritorno che, in un certo senso, coinvolge, inutile negarlo, la sinistra. I recenti risultati elettorali ci dicono che il movimento 5 Stelle ha preso moltissimi voti al PD, a SEL e agli altri. E mentre il Presidente della Repubblica sembra volere a tutti i costi un governo anche in queste condizioni attuali e si favoleggia con scarso senso del ridicolo di ministri di alto nome, possibilmente di 5 Stelle; mentre Bersani e tutto il PD propongono 8 condivisibili punti per un governo che starebbe arrampicato sugli specchi; mentre Berlusconi si offre per un governo, diciamo così all'italiana (più o meno tutti dentro); quasi tutti a stento trattengono disprezzo verso Grillo e il suo movimento, in attesa di vedere cosa mai faranno ora che sono in Parlamento e dunque, si pensa, mostreranno le loro contraddizioni tra la critica negativa verso una democrazia corrotta e le proposte che necessariamente dovrebbero fare per una presa di responsabilità istituzionale. Non sono un elettore di questo movimento e non ritengo di dovere cambiare opinione, ma certo vedere questa ambivalenza politica corale che danza goffamente tra il disprezzo e la piaggeria fa pensare al fatto che la cultura politica attuale con tutti i suoi privilegi e il suo culto per la casta non riesce a prendere consapevolezza e ad accettare che una stagione è finita. Non solo, ma è stata sconfitta democraticamente, con le elezioni. Il PD era convinto di vincere e non si è sforzato troppo nel voler cambiare prima una legge elettorale che ci ha portato dove ci ha portato. Ora ha scoperto una vena di sinistra, e chiede la legittimazione ai 5 Stelle. Ma non è un po' tardi? Non sarebbe meglio accordarsi per una nuova legge elettorale decente e andare al più presto a nuove elezioni? Qual è l'alternativa? un governo che non potrà governare in nome di una responsabilità che quando è stata presa in passato ci ha condotto al disastro di oggi?
Della situazione di Siena si sapeva ben prima che arrivassero magistratura e polizia. Anche della bancarotta della situazione italiana che non coinvolgeva soltanto Berlusconi, ma dell'intero assetto politico coinvolto nella corruzione e nel privilegio, si sapeva ben prima dei risultati elettorali. Ma, si sa, la politica è fatta di contingenze e di emergenze. Non c'è mai tempo per riflettere, per interrogarsi, per pensare. Prima di aspettare che il movimento 5 stelle si addomestichi e si conformi allo stato di cose attuali, sarebbe meglio dirsi e dire, senza avere paura di perdere sicurezza e consenso: dove ho sbagliato? Pare che i dinosauri morissero molto tempo dopo l'arresto degli organi vitali, perché la notizia della morte arrivava al loro cervello assai lentamente. Qualcosa di questa diceria aleggia nella politica. Qualcosa della politica attuale è finito e ancora non è arrivata la notizia ai partiti.