IL CONSIGLIO COMUNALI VOTI: MAI PIU' TOLLI di Tano Siracusa

In occasione della presentazione del suo libro ‘Una festa americana’ avvenuta qualche giorno fa, Settimio Biondi ha avanzato una proposta che nessuno ha raccolto, ritenendola forse una stravaganza. Biondi proponeva all’attuale Consiglio Comunale di formulare un invito alle future generazioni agrigentine affinché non ricostruiscano i tolli quando collasseranno. Fra qualche decennio, quando il cemento armato avrà compiuto il suo ciclo e si sarà irrimediabilmente degradato, i tolli infatti non ci saranno più.

Un invito alle future generazioni può sembrare una stravaganza ed è invece quanto di meglio noi oggi si possa fare sul piano culturale. Quell’ invito sarebbe il primo riconoscimento pubblico e istituzionale del disastro urbanistico avvenuto in città nel secondo dopoguerra, delle responsabilità di amministrati e amministratori per avere scempiato uno dei territori paesaggisticamente e culturalmente più ricchi e suggestivi del mediterraneo. Non c’è redenzione senza riconoscimento della colpa. Agrigento non può avere futuro se non fa i conti con il suo passato recente, quello che ingombra il presente con la sua cifra urbanistica dissennata, con le sue periferie caotiche e il centro che cade a pezzi, con interi quartieri abusivi e distanze da metropoli, con i palazzoni tirati su davanti alle chiese settecentesche, davanti al Palazzo del Comune.

Può essere raccolto l’invito di Biondi da questo Consiglio Comunale?

Sarebbe come dire ai nostri nipoti: abbiamo sbagliato, non abbiamo avuto a cuore la bellezza, il passato, la natura, le leggi, la decenza, il buon senso, non abbiamo avuto a cuore questi luoghi. Adesso che i tolli non ci sono più, che il tempo ha fatto quello che gli abitanti della città non hanno avuto il coraggio di fare, non ripetete i nostri errori.

Sarebbe anche come guardarsi allo specchio e accorgersi di avere il naso storto. Il naso dritto è ‘la città dei templi’, quello storto è ‘la città dei templi e dei tolli’.

La scoperta di essere altro per gli altri consegna Moscarda ad una follia che è anche una forma di saggezza.

Per Agrigento riconoscersi nell’immagine nazionale e internazionale di città col naso storto sarebbe la premessa per immaginare un futuro diverso da questo passato sempre presente, che sembra non voler passare mai.

 

 

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