CITTADINI A IMPATTO ZERO di Adriana Iacono
''... E poi diciamolo una volta per tutte: la compostiera non puzza!''
Insomma faccio quello che posso per evitare l’accumulo immondo. Intanto ogni cassonetto che vedo tracimare sudo freddo. Non voglio che il pianeta sia la discarica della mezza tonnellata di rifiuti che produco all’anno. Una mezza tonnellata che moltiplicata per 50 milioni di italiani fanno una cifra che non riesco neanche a immaginare. Non voglio creare possibile fonte di ricchezza mafiosa, motivo per losche emergenze, causa di speculazioni politiche ed economiche. Non voglio che 26.400 kg di spazzatura - tanti ne ho prodotti fino a ora e più o meno altrettanti ne produrrò ancora (augurandomi una lunga vita) se non cambio rotta subito - mi pesino sulla coscienza. Mi dicono che la nostra discarica è tra le più tecnologicamente avanzata anche dal punto di vista ambientale ma non è questo il punto. Il punto è non avere bisogno di discariche. Voglio assumermi la responsabilità dei miei consumi e dei conseguenti rifiuti consapevole del fatto che altri decenni di usa e getta sono insostenibili per la terra. Voglio diventare cittadina a impatto zero, o quasi.
Qualche tempo fa ne ho parlato con l’assessora Rosalda Passarello, le ho chiesto: si può fare?
D. Corriamo il rischio di un’emergenza rifiuti?
R. Ad Agrigento ancora non c'è una emergenza rifiuti perché la discarica di Siculiana ha una autonomia di almeno tre anni. La difficoltà degli Ato è solamente economica per i debiti accumulati da una gestione clientelare ed un servizio meccanizzato troppo costoso che non trova riscontro in una politica volta a considerare il rifiuto un prodotto.
D. Cosa provoca gli scioperi?
R. Il rischio di strumentalizzazione degli scioperi per ottenere per ottenere anticipazione sui crediti vantati è alto.
D. Prima dell’arrivo delle isole ecologiche, mi sono ritrovata inconsapevole protagonista dell’altrui divertimento: butto la spazzatura nei cassonetti blu un automobilista si ferma, blocca il traffico e sbotta in un: “Ma chi ffà signù, differenzia?” e si sganascia dalle risate insieme all’amico. All’inizio ho pensato che si trattassse di una reazione dettata dall'ignoranza ma in seguito ho sentito tante altre persone esprimere, in maniera più sensata, le loro perplessità sui cassonetti blu.
R. La differenziata dei cassonetti blu è un fallimento va quasi tutta in discarica. Tra l'Ato e la Progeo si è aperto un contenzioso e trenta dipendenti sono finiti in cassa integrazione.
D. Quanto e come si differenzia ad Agrigento?
R. Attualmente siamo impegnarti a potenziare le isole ecologiche perché è l'unico rimedio per fare la differenziata in attesa del nuovo servizio.
D. A proposito delle isole ecologiche: capita spesso che i depositi siano troppo pieni o mal funzionanti. Parlo in particolare del Villaggio Peruzzo e del Villaggio Mosè che frequento di più, questo costringe i cittadini a ritornare più volte, magari andando in giro per giorni con il bagaglio ingombro di rifiuti. Con che regolarità vengono svuotati i depositi?
R. In via sperimentale i cassonetti delle isole ecologiche venivano svuotati come previsto una volta al giorno ma non era sufficiente. Il servizio è stato potenziato e attualmente viene effettuato due volte al giorno. A Fontanelle l'isola ecologica funziona con personale presente che oltre a svuotare i cassonetti aiuta i cittadini nelle operazioni di conferimento. Il personale controlla la qualità della raccolta differenziata per evitare inquinamento all'interno dei cassonetti.
D. Cosa si può ancora fare per informare i cittadini?
R. Attraverso l’informazione televisiva e condominiale.
D. Esiste un piano educativo alla differenziata nelle scuole?
R. Esiste un piano di comunicazione con adeguate risorse. Nelle scuole di ogni ordine grado si sono svolte diverse iniziative in proposito.
D. Quando partirà l’annunciata raccolta porta a porta?
R. La raccolta porta a porta partirà non appena saranno espletate le nuove gare di appalto. Ancora l'Ato non è pronta e diversi sindaci hanno denunciato la cosa.
D. Ecco un’altra scenetta: l’altro giorno mentre ritiravo lo scontrino dopo il deposito dei ragazzi alle mie spalle commentavano così: “Danno soldi?” chiedeva uno. “Dovresti chiederlo alla signora” rispondeva l’altro. “Questa si chiama civiltà” concludeva il terzo. Allora possiamo dire che il messaggio sta passando? Possiamo diventare cittadini a impatto zero, o quasi?
R. Sono ottimista possiamo diventare cittadini a impatto zero.
Bene, l’assessora è ottimista e anch’io. Perché in fondo basta poco. Non parlo di mutamenti radicali dei sistemi di produzione o delle fonti energetiche ma di modificare piccoli gesti e abitudini. C’è una forte resistenza ai cambiamenti ma lo spirito riciclone si diffonde e fa tendenza: le nuove generazioni maturano e gente di ogni età fa la fila alle isole ecologiche. Se solo funzionassero a dovere!
* L'intervista all'assessore all'Ambiente risale allo scorso inverno (nota dell'autore).