MARTEDI' A ROMA PRESENTAZIONE DEL ROMANZO 'VENTO DI TRAMONTANA'
Martedì a Roma al Caffè letterario di via Ostiense 83 alle 18.30 verrà presentato il romanzo d'esordio di Carmelo Sardo. Oltre all'autore saranno presenti il ministro Angelino Alfano e Barbara Palombelli.
'Vento di tramontana' è il titolo del romanzo d'esordio di Carmelo Sardo edito da Mondadori. Racconta la storia di un ventenne che decide di fare il militare come guardia penitenziaria nel supercarcere di Favonio ( Favignana).
Nove mesi intensi che fungono da 'educazione sentimentale' del protagonista a contatto con gli ergastolani che lo avviano alla comprensione e alla pratica di norme di condotta oltre, fuori e contro le norme positive.
Nei nove mesi avvengono molte cose: una esecuzione mafiosa, un suicidio, un pestaggio mortale e soprattutto le premesse di una storia d'amore che esploderà, 25 anni dopo, in altri luoghi e in altre condizioni.
E' un romanzo in parte collocabile nell'affollato genere mafiologico e di esso copre un vuoto narrativo: abbiamo conosciuto romanzi o film o fiction che ricostruiscono saghe familiari di padrini, romanzi che ne illuminano le gesta criminali, ma nessuno che ci abbia raccontato la vita del mafioso in carcere condannato all'ergastolo.
A Favonio vi sono anche altri ergastolani, ma la figura che campeggia è quella di un mafioso catanese, don Carmelo Sferlazza, che punta sul giovane protagonista del racconto, lo modella in qualche modo e lo usa come strumento di un suo progetto.
Non diremo quale, lo si scoprirà con la lettura del romanzo, scritto bene, con un ritmo narrativo avvincente, con pagine plastiche e vive che ti fanno sentire dentro la storia.
Poche considerazioni su alcuni aspetti problematici.
Il romanzo ci ricorda che nel peggiore dei criminali vi è sempre un fondo di umanità, ci invita ad arguire che i valori qualche volta non coincidono con le norme, del resto ci è stato detto che non “l'uomo è fatto per il sabato, ma il sabato per l'uomo”: nel carcere di Favonio vi è un mondo di norme scritte, quelle ufficiali, che vanno praticate con la massima flessibilità cui si affianca e a volte si contrappone un altro mondo di regole praticate scrupolosamente, anche se non previste da nessuna legge, da nessun regolamento la cui efficacia è garantita dalla autorevolezza degli stessi reclusi con le guardie consapevoli di legare la loro tranquillità alla saggezza con la quale chiudono un occhio e a volte anche due. E qui non è abbastanza chiaro il confine tra un realistico adattamento ai codici vincenti e un' ammirazione per la capacità di comando che promana ancora dai boss sconfitti.
E' questo un problema che accompagna gran parte della narrativa mafiologica che corre il rischio di una celebrazione involontaria degli 'uomini' contro i mezzi uomini o i 'quaquaraquà', dove gli 'uomini' sono spesso quelli che hanno la forza di imporsi.
Ma qui il discorso ci porterebbe lontano, anche dal libro che invece vogliamo segnalare alla vostra lettura.