FRATELLI D'ITALIA? NO, IL GRANDE FRATELLO D'ITALIA di Giovanni di Girgenti

La partita politica in Italia si gioca sulle dinamiche di un particolare e devastante reality: quello che si rappresenta tra palazzo Grazioli, villa Certosa, procura di Bari e studi televisivi. E sorprende come lo staff di Berlusconi, formatosi sui linguaggi televisivi e sensibile alla cultura pop, provi, ormai da troppo tempo e inutilmente, a spostare altrove l'interesse (spazzatura di Napoli, terremoto di L'Aquila) invece di misurarsi con le dinamiche tipiche di chi è dentro un reality televisivo e per di più in nomination.

Non sorprende invece l'ignavia dell'opposizione che davanti ad un popolo del tutto preso dalla storia del reality oscilla tra l'altezzosa diversità morale rispetto alla vicenda e la velleitaria indicazione di altri campi, ben più seri ( il lavoro, la crisi, le finanze..), per battere il governo.
In realtà siamo al compimento del destino del nostro paese trasformato in questi venti anni in un enorme studio televisivo e la cosa più sbagliata che si possa fare in questo contesto è quello di invocare la realtà contro la sua rappresentazione quando ormai questa ha guadagnato spessore e compattezza per cui non è ad essa ma dentro di essa che vanno proposte le alternative.
Berlusconi questo lo intuisce: sa che il gioco televisivo su questi temi gli potrebbe essere fatale, ma invece di starci dentro prova a cancellarlo, invece di affidare a Signorini l'orchestrazione delle opinioni delega a Belpietro e a Feltri la possibilità di chiudere il programma.
Come si fa, senza perdere la partita, a chiudere un'edizione speciale del Grande Fratello che sta appassionando il nostro popolo?
Un Grande Fratello un po' anomalo con la rotture di due delle tre unità narrative: quella di luogo e di tempo ( si svolge in set diversi e in luoghi diversi e con riferimenti temporali diversi) ma con la conferma dell'unità d'azione di sempre: amori e tradimenti.
Ormai il programma è arrivato alla sua fase finale e due protagonisti si contendono il successo finale: Berlusconi e D'Addario.
Il televoto deciderà il vincitore.
Non si può chiudere, semmai si tratta di orientare gli spettatori.
Il nuovo leader dell'opposizione non guardi altrove, consulti qualche bravo autore di reality, si faccia spiegare con quali parole e con quali dinamiche si possono catturare i cuori dei nostri telespettatori e Berlusconi provi il miracolo di trasformare il Golia di partenza in un fragile Davide.
categorie: