UNA CATARSI PER L'ITALIA di Giovanni di Girgenti
Submitted by redazione on Tue, 08/09/2009 - 09:31
Fini torna ad essere un bersaglio della forza di fuoco dei media di Berlusconi. Lo è stato già al tempo dell'ultima finanziaria del governo Prodi. Tutti ricordiamo gli attacchi che dovette subire dal Giornale di Belpietro ( memorabile una loro rissa in diretta a Ballarò) e da Canale 5 in particolare sulla sua vita privata.
Vi è un chiaro rapporto, diretto ed inequivocabile, tra aggressività mediatica e dissenso politico. Fini, che in questi mesi di governo Berlusconi ha rappresentato un esempio positivo di correttezza repubblicana, disturba il manovratore. E giù botte. E nulla vale il fatto che sia stato a suo tempo definito e riconosciuto cofondatore del Pdl.
E' l'ultima tappa della deriva antidemocratica di Berlusconi. La sua forza squilibrata nel controllo dei media è non più una minaccia del gioco democratico ma la sanzione della sua impossibilità: è come se prima dell'avvento della televisione e della radio un solo partito fosse stato proprietario di gran parte delle piazze dove era possibile radunare i cittadini per i comizi e le assemblee. Vorrei ricordare che tra il settecento e l'ottocento cardine delle rivendicazioni costituzionali era appunto la possibilità di manifestare liberamente e pubblicamente il proprio pensiero il che presupponeva, per i mezzi di allora, libera stampa e uso delle piazze.
Come uscire? Dice Tabacci: formiano nuovi Cln. Vasto programma. Vasto ma l'unico realista.
Non ci si può liberare da Berlusconi inducendolo a dimissioni con o senza l'annullamento del lodo Alfano. L'uomo è tosto, lo sappiamo ed insensibile a gesti di correttezza. Ma anche ipotizzando una sua uscita di scena per dimissioni si confermerebbe ancora una volta un paese incapace a trovare dentro di sé le energie sufficienti per un'autocorrezione e i vizi che hanno portato Berlusconi al potere presto o tardi riapparirebbero.
No, ci vuole una chiara, esplicita, larga convergenza politica di tutte le forze democratiche che siano pronte a sfidarlo e a batterlo sul terreno del voto. In Grecia qualche anno fa destra centro e sinistra si unirono per un progetto che chiamarono 'Catarsi', formarono un governo provvisorio, introdussero nuove regole e poi andarono con tranquillità a nuove elezioni.
L'Italia di oggi ha bisogno estremo di 'catarsi'.
Fini, Casini, il Pd e tutte le altre forze di opposizione debbono e possono convergere sulla base di un'idea comune di democrazia, invocare il voto anticipato e un piano di riforme condivise, con al centro la regolamentazione del conflitto di interesse e del sistema televisivo su basi costituzionali.
Uno schieramento costituente che ridefinisca le nuove condizioni della nostra repubblica per poi dividersi secondo progetti di governo.
Una lotta aperta senza tatticismi furbastri che interroghi nel profondo il nostro popolo invitandolo a mobilitarsi per la democrazia. Senza paura.
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