IL TAGLIO DEI TOLLI, MOLTI SOLDI E LUNGO PERIODO di Enzo Camilleri*
Submitted by redazione on Tue, 18/08/2009 - 19:18
ABBATTERE LA PARTE ALTA DEI “TOLLI” DI AGRIGENTO per restituire al Centro Storico la compostezza urbanistica di un tempo. L’argomento è stimolante sia per il tema che per la proposta avanzata e messa in discussione. Mi soffermo solo sul secondo punto: la proposta di un accordo con i privati proprietari, per la cessione dei propri appartamenti in cambio di un’area dove edificare, senza costi ed oneri di urbanizzazione, anche superfici maggiori ed in percentuali elevate (40%). Tutto ciò grazie al Piano Casa del governo Berlusconi.
Alcune precisazioni: gli interventi del cosiddetto “Piano Casa” saranno contenuti in una legge regionale siciliana che ancora non è stata discussa dal Parlamento regionale. Questa legge dovrà indicare i termini, i modi e i limiti di ciò che sarà consentito nella nostra Regione. Altre Regioni (12) hanno già promulgato leggi relative al proprio territorio, prevedendo in alcuni casi la demolizione e la delocalizzazione in aree di espansione con il premio di cubatura. Non possiamo ancora essere certi che la Regione siciliana darà le medesime indicazioni. Speriamo di sì.
Il Piano Casa nazionale, invece, prevede un decreto ancora all’esame della Commissione parlamentare competente, che, secondo gli impegni assunti (conferenza Stato-Regioni 31.03.09), dovrebbe sostenere l’edilizia residenziale pubblica, in particolare quella sovvenzionata che è diretta a chi la casa non la possiede. Però, dovrebbe prevedere la stipula di Accordi di Programma (o altra forma di impegni) per ipotesi concordate con le Regioni di “Project financing” (ovvero accordi con i privati per la realizzazione di opere con fondi prevalentemente o esclusivamente privati).
Dunque, a mio avviso, perché si possa realizzare questa idea di progetto (dopo l’approvazione della legge regionale e del decreto nazionale), occorrerà: a) una variante di previsione allo strumento urbanistico del piano particolareggiato del centro storico per l’abbattimento delle costruzioni; b) eventualmente, l’individuazione di un’area di espansione a basso costo per il Comune (per evitare le speculazioni economiche fondiarie) e la modifica del P.R.G. e delle Norme di Attuazione; c) l’individuazione di un criterio per le convenzioni pubblico-privato e per stabilire i costi a carico del Comune; d) i contenuti e le modalità per incentivare il privato a partecipare all’iniziativa.
Adesso, senza illusioni, esaminiamo il capitolo: costi dell’iniziativa. Il Comune con fondi pubblici dovrebbe acquistare gli immobili ad un costo pari alla differenza tra il valore dell’appartamento da abbattere e i vantaggi conseguibili dal privato con la nuova costruzione detratte le spese di realizzazione. Inoltre dovrebbe acquistare l’area da cedere ai privati, realizzare le opere di urbanizzazione ed infine procedere sempre a proprie spese alla demolizione dell’appartamento, anzi di alcuni piani di fabbricati, salvaguardando gli appartamenti sottostanti. Insomma costi molto rilevanti.
Le difficoltà maggiori risiedono infatti nel reperimento dei fondi (le casse comunali sono esangui), poiché non potrebbe farsi ricorso ai fondi destinati “ai fenomeni di disagio abitativo” o ai soggetti “meno abbienti” o al sostegno “prima casa” e probabilmente neanche ai fondi destinati alla riqualificazione urbana (destinati al miglioramento della qualità della vita cittadina) poiché chiunque potrebbe obiettare che vi sono cose più urgenti da fare.
Dovrebbe ricercarsi uno strumento finanziario di valorizzazione culturale (ricostruzione dell’identità del centro storico nei suoi caratteri urbanistici omogenei), ma allo stato attuale, i fondi strutturali (ad es.: PO Fesr 2007-2013) non prevedono linee di intervento con disponibilità tanto ingenti da permettere al Comune di Agrigento di riqualificare e valorizzare nel centro storico le piazze, le strade, gli edifici pubblici e le urbanizzazioni primarie e secondarie e promuovere anche un piano per l’abbattimento della parte alta dei “tolli”.
Comunque, penso che l’obiettivo di restituire al centro storico la sua dimensione urbana, anche mediante l’abbattimento di quei modestissimi “grattacieli” realizzati negli anni sessanta, non debba essere trascurato, ma con un programma di lungo periodo che miri alle modifiche e varianti di norme e regolamenti (per esempio, prevedere la prelazione a favore del Comune in caso di vendita degli appartamenti in questione); nonché alla promulgazione di norme per incentivi, detassazioni ed agevolazioni per i privati (per esempio, prevedere particolari agevolazioni nelle convenzioni per l’edilizia pubblica residenziale o nei project financing); che guardi, comunque e sempre, a promuovere una diversa coscienza nel cittadino ed una nuova cultura del vivere in un ambito urbano più a misura d’uomo.
* Avv. Enzo Camilleri (coordinatore del Piano Strategico di Agrigento)
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