LA PROCESSIONE (dal sito web Tano Siracusa - www.tanosiracusa.it)

Una sequenza di scatti di Tano Siracusa aventi come tema la processione di San Calogero è stata inserita nel sito web del fotografo agrigentino, con l'ausilio grafico di Camillo Gulotta. Questo che segue è il collegamento alla pagina su YouTube Ve la riproponiamo integralmente su questo blog a cui Tano collabora. Dal sito: www.tanosiracusa.it
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Questo il testo che accompagna sulla pagina web del sito di Tano Siracusa il video.
S.Calò è un santo nero, come sono neri molti santi, madonne e crocifissi in Sicilia. Qualunque sia la ragione storica di tale cromatismo, è impossibile sottrarsi alla suggestione dei rimandi analogici suggeriti dal presente e che percorrono la fuga dei secoli. Il santo nero, il santo dei neri, degli immigrati, dei clandestini, dei fuggiaschi. Il santo delle moltitudini di s. Calò che 1500 anni dopo approdano, proprio come lui, in Sicilia per scampare le persecuzioni: dei vandali ariani allora, della fame, delle guerre, delle dittature oggi. Ad Agrigento S. Calò si festeggia ogni anno durante le prime due domeniche di luglio. La processione è il momento centrale della festa, dove convergono preziosi materiali storico-antropologici (fra i tanti il lancio del pane dalle finestre, che purtroppo negli ultimi anni le autorità religiose sono riuscite a far diminuire, a vantaggio magari del lancio di caramelle e in nome di una incomprensbile denuncia dello spreco). Luogo mobile, fluttuante, la processione, ‘gruppo in fusione’ che sembra trascinare e venire trascinato dal santo portato a spalle, luogo di musica, urla, tamburi, attraversato da una tensione religiosa che eccede le forme e travolge i codici del culto religioso istituzionale. La processione è un viaggio attraverso lo spazio della città medievale, da est ad ovest, dal sorgere del sole al suo tramonto, ma anche un permanente anelito di viaggio verso l’alto, verso il luogo del miracolo, verso il cielo da dove cade il pane da mangiare e l’acqua da bere, verso quell’altrove di abbondanza e di festa dove il santo sembra involare il suo popolo. E’ impossibile restituire attraverso le fotografie, troppo puntiformi e discontinue, la processualità della processione, sia nella sua traiettoria orizzontale che nella sua tensione verso la verticalità. L’aggiunta della musica può forse compensare, almeno in parte, l’inadeguatezza intrinseca del linguaggio fotografico.

 

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