TUTTO IL POTERE A BERTOLASO di Vito Alessi

Calato il sipario sul G8, alcune brevi considerazioni.   

1) La Protezione civile è il deus ex machina del paese: dove non arriva l'umana
organizzazione delle cose ecco che appare Bertolaso. Ciò accade con sempre maggiore
frequenza: non possiamo neanche dire "ad ogni morte di papa", perché non
solo per i funerali dell'ultimo Pontefice è intervenuta la nuova Compagnia di Gesù
(in grado di saltare a pie' pari gare d'appalto e magistrati), ma per i rifiuti di
Napoli e di Palermo, il terremoto, i mondiali, il G8 e dio sa ancora per quanti altri
grandi appuntamenti. Ormai infatti si gioca soltanto in grande, la normalità svanisce
e viviamo perennemente immersi nella cultura dell'emergenza, che calata con
insistenza sull'ordinario è però una pessima compagna di strada.

2) Le first lady avevano bisogno di toccare le rovine del terremoto con mano e
visitare di persona le tendopoli per poter capire cos'è una tragedia e versare una
lacrimuccia tra un assaggio di saccottelli ed una visita ai luoghi più esclusivi
della capitale. Quale delle mogli ha indovinato la propria immagine? - si chiedono
affannati i cronisti con al polso il gadget del G8 faticosamente conquistato con
regolare ressa allo stand aquilano della stampa. Avrebbe vinto Michelle per aver
pianto di nascosto, dopo esser risalita frettolosamente in macchina dopo la visita ai
terremotati. Carla invece, che ha pianto in pubblico ma ha adottato la strategia
della separazione come Nanni Moretti - Apicella in Ecce Bombo ("mi si nota di
più se non vengo alla festa? oppure se vengo ma mi metto alla finestra e voi mi
chiamate: Michele, vieni a ballare..."), pare sia arrivata soltanto seconda in
graduatoria.
3) Come nelle feste dei bimbi quando il padrone di casa è generoso, è andato tutto
benissimo: buone le pappe, la musica e le battute - queste ultime stavolta senza
esagerare, secondo i consigli di Ferrara e Letta. Il G8 non ha deciso un granché, ma
in questi casi basta parlar male degli amichettii antipatici (e naturalmente assenti,
come Mahmoud Ahmadinejad) e il divertimento e le pacche sulle spalle sono
assicurati.
4) Il silenzio stampa sulle magagne del nostro paese non ci ha consentito di capire
se siamo dentro la più grave crisi del dopoguerra oppure no. Ne riparleremo sotto
l'ombrellone ora che siamo di nuovo soli, sempre che Berlusconi non si offenda.
 
 
 
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