UN'INDIGESTA CUCINA ANTIMAFIA di Alfonso Leto
Submitted by redazione on Sun, 07/06/2009 - 11:13
Ma davvero, ancora, un giornale come "La Repubblica-Palermo", per mano della sua redattrice Paola Nicita, ha la voglia di prestare fianco e spazi alle cosiddette provocazioni di Sgarbi e Toscani, in fatto di mafia? E senza una nitida presa di posizione critica? (-Vero è anche che il quotidiano in questione è stato troppo impegnato, nella scorsa settimana, a promuovere una specie di televoto per sapere se i lettori gradissero l'allargamento al PD della giunta Lombardo...-). Un museo dedicato alla mafia che, a quanto pare, inglobi una collezione di ritratti pittorici dei peggiori mafiosi mai esistiti, non è come dice Toscani un´operazione alla Caravaggio, non è nemmeno un museo antimafia; è un museo alla mafia. In breve, è un´operazione alla Sgarbi, ne´ più ne´ meno, che consiste nel far credere che i suoi paradossi ci preservino dalla cultura mafiosa, senza pensare invece a tutto il compiacimento e la rigenerazione d´immagine, appannaggio dei tanti mafiosi e filomafiosi che possono trovare divertente il "lancio" di questa trovata (grazie anche a Repubblica), e per giunta nella ricorrenza della strage del 23 Maggio. Un´idea formidabile! Se Messina Denaro non ci aveva ancora pensato ci ha pensato Sgarbi. Che Genio! Altro che Caravaggio: il grande maestro del 'Seicento ha riportato la santità dall´immaginario barocco al suo originario statuto umano, mentre i quadri dell´artista che si è prestata a questa operazione, "elevano" le effigi di questi criminali dalla scheda segnaletica (che è la sola che li possa ben rappresentare) alla dignità dell´icona d´arte. E´ un´operazione mafiogena e da incoscienti. Se Sgarbi e Toscani fossero più intenzionati ad una operazione "alla Caravaggio" avrebbero potuto guardare le fotografie di Letizia Battaglia e quelle dei reportages giudiziari per isolare e porgere per quel che sono le facce vere di questi criminali, per corredare il loro museo della memoria, se a loro interessa davvero ricordare e alimentare la memoria. L'immagine fotografica sarebbe stata l'unico veritiero supporto iconografico di questo percorso di effigi. Altro che alimentare mitologie con gli strumenti servizievoli della pittura, ridendo e scherzando cucinando i piatti di una nouvelle cuisine che, a chi sa bene cos´è la mafia, chiudono l´appetito. A pensarci bene, non fanno proprio ne´ piangere, ne´ ridere, ne´ sanno provocare affatto. Sono inutili, come la gran parte delle pietanze indigeste della cucina antimafia di Sgarbi e Toscani.
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