POLITICA E SEDUZIONE di Giovanni di Girgenti
Submitted by redazione on Wed, 06/05/2009 - 11:50
Molti si chiedono se e quanto potrà influire sull'orientamento politico-elettorale degli italiani la ormai dichiarata separazione della signora Berlusconi da suo marito. In astratto o in condizioni normali, per esempio come in quella che ha accompagnato la separazione di Cecilia e Nicolas Sarkozy, poco o nulla perché le ragioni di consenso o di dissenso verso un leader non si formano in relazione al giudizio sulla qualità della sua vita domestica. Ma nel caso di Berlusconi le cose stanno in modo diverso. Innanzitutto perché quello che la moglie denuncia non è solo un particolare stile di vita coniugale, più o meno accettabile a seconda dei punti di vista, ma uno stato di salute del marito, 'non sta bene' ha detto, e dunque una condizione che travalica i confini familiari e privati per investire la qualità della sua dimensione pubblica. In secondo luogo c'è da chiedersi come possa restare nel privato e non avere alcuna refluenza politica la scelta di separazione operata dalla persona che per definizione è quella che avrebbe dovuto gioire più di altre della sua vicinanza, la moglie, la madre di suoi tre figli: per uno iperseduttivo, come Berlusconi pretende di essere, può non avere contraccolpi pubblici l'essere lasciato nonostante i suoi miliardi e il suo immenso potere? Verrebbe da dire che si configura un caso di scuola del detto 'più lo conosci più lo eviti' che contraddice clamorosamente la vulgata secondo la quale il dissenso da lui, l'ostilità nei suoi confronti può nascere solamente come il frutto avvelenato della disinformazione. Chi lo conosce davvero non può non amarlo, ripetevano i suoi ammiratori: adesso parrebbe temerario ripeterlo senza cadere nel ridicolo. A meno che non si riesca a provare la trama di un complotto ordito da esponenti della sinistra che avrebbero circuito la povera signora Berlusconi oppure, in alternativa, poter esibire una ridotta capacità di discernimento della stessa, già perché si può essere lucidi ma arguire erroneamente da premesse false, la disinformazione, oppure impantanarsi nell'errore per una distorsione momentanea della percezione della realtà. In Unione Sovietica quando i dissidenti gridavano di non vivere nel migliore dei mondi possibili finivano i loro giorni in manicomio. Non era brutta la realtà, ma la loro interpretazione.
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