BUON COMPLEANNO SUDDOVEST
Submitted by redazione on Wed, 15/04/2009 - 21:58
Un anno fa nasceva suddovest.it. La prima riunione si svolse infatti al Centro Pasolini il 12 aprile. E la foto che vedete, documenta quel momento. Mancano nella foto alcuni dei protagonisti di quest'anno, Tano Siracusa e Vincenzo Campo per esempio, altri che ci sono non inviano più i loro pezzi. Le cose cambiano.[img:1 align=center title=bottom]
Il sito rispetto allo scorso anno è cambiato nella sua veste grafica ed è diventato, grazie a Francesco Taglialavoro, che ne è il webmaster, bellissimo.
Abbiamo avuto una crescita significativa dei visitatori, con il picco in occasione della pubblicazione dell'inedito di Sciascia, abbiamo allargato la cerchia dei collaboratori, tra i quali ci piace indicare Adriana Iacono e Dante Bernini, variato lo spettro tematico degli interventi.
Il sito ha conosciuto, per la candidatura imprevista alla presidenza della Provincia di Agrigento di Giandomenico Vivacqua, una forte caratterizzazione politica, almeno nella fase delle elezioni, che non era nelle intenzioni di chi ha lo ha fondato subendo poi i contraccolpi del dopo voto e del processo di formazione del PD.
In ogni caso suddovest è riconosciuto come un sito molto autorevole, sia per le firme che lo animano sia per il taglio e la qualità della scrittura, ma rispetto alle intenzioni originarie non ha avuto quel ruolo di animazione e di confronto che avevano ispirato le intenzioni dei suoi fondatori.
Nel progetto il sito avrebbe voluto proporsi, contro ogni resistenza, inerzia e scetticismo, come luogo privilegiato di confronto tra l'area della sinistra intellettuale di Agrigento e un potenzialmente vasto schieramento democratico moderato che in città esiste e che è stato dentro quel magico momento della vittoria di Zambuto alle comunali e che poi si è espresso con la maggioranza dei voti alle liste del centro sinistra alle provinciali. Uno schieramento che esprime anche un diffuso associazionismo, per lo più giovanile, artisti di qualità e nuovi soggetti economici non legati al finanziamento pubblico.
Era e resta lontano da noi l'idea che nel nostro tempo i cambiamenti possano legarsi ai ritmi di crescita di quella sinistra intellettuale, da tempo vorremmo puntare a rendere il nostro tempo migliore e non proporre noi come i migliori del nostro tempo: ciò comporta una capacità di ascolto, una prudenza nei giudizi e una voglia di ritrarsi proporzionata alla possibilità di fare avanzare il maggior numero di persone. Sembra ragionevole un tale proposito e in realtà si va a scontrare con un ceto politico interno al centro sinistra che non ha alcuna intenzione di farsi mettere in discussione e di lasciare il campo, con piccole e grandi rendite di posizione che vogliono perpetuarsi, anche in solitudine, piuttosto che alimentare nuovi e più estesi protagonismi, e con una difficoltà a far diventare senso comune, largo se non maggioritario, alcune idee guida per una possibile rinascita del nostro territorio, nate dalla riflessione individuale ma oggi avvertite da molti e che potrebbero diventare forme concrete di interessi collettivi carichi di futuro. Insomma quel confronto e quel rimescolamento tra intellettuali e popolo democratico non c'è stato e resta la diffidenza dei più verso quello che appare purismo velleitario, ma che invece è speranza di futuro, e la indisponibilità dei 'migliori' a seguire il passo dei cittadini che debbono fare i conti con una quotidianità cattiva e ostile senza altre vie d'uscita che non siano private, familiari o clientelari.
Era e resta lontano da noi l'idea che nel nostro tempo i cambiamenti possano legarsi ai ritmi di crescita di quella sinistra intellettuale, da tempo vorremmo puntare a rendere il nostro tempo migliore e non proporre noi come i migliori del nostro tempo: ciò comporta una capacità di ascolto, una prudenza nei giudizi e una voglia di ritrarsi proporzionata alla possibilità di fare avanzare il maggior numero di persone. Sembra ragionevole un tale proposito e in realtà si va a scontrare con un ceto politico interno al centro sinistra che non ha alcuna intenzione di farsi mettere in discussione e di lasciare il campo, con piccole e grandi rendite di posizione che vogliono perpetuarsi, anche in solitudine, piuttosto che alimentare nuovi e più estesi protagonismi, e con una difficoltà a far diventare senso comune, largo se non maggioritario, alcune idee guida per una possibile rinascita del nostro territorio, nate dalla riflessione individuale ma oggi avvertite da molti e che potrebbero diventare forme concrete di interessi collettivi carichi di futuro. Insomma quel confronto e quel rimescolamento tra intellettuali e popolo democratico non c'è stato e resta la diffidenza dei più verso quello che appare purismo velleitario, ma che invece è speranza di futuro, e la indisponibilità dei 'migliori' a seguire il passo dei cittadini che debbono fare i conti con una quotidianità cattiva e ostile senza altre vie d'uscita che non siano private, familiari o clientelari.
Il sito avrebbe voluto essere il luogo, uno dei luoghi di elaborazione, di proposizione e di iniziativa per una nuova coscienza democratica senza ideologismi ed esclusivismi. Non lo è stato se non in minima parte: i gruppi dirigenti lo hanno guardato con diffidenza e le nuove realtà emergenti, soprattutto giovanili, prediligono altre forme di espressione, come i blog individuali o i social network dove il feedback è immediato, ma al prezzo di trascurare la profondità e lo sguardo lungo. Ma il sito non disarma, insiste nel suo progetto, si appella alle intelligenze e alle volontà: utilizzatelo per testimoniare il vostro impegno sociale, per insinuare dubbi, per proporre azioni concrete a sostegno della bellezza e degli ultimi e una dimensione pubblica gentile ed inclusiva.
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