IL ''NUOVO'' OSPEDALE E LE ''VECCHIE'' ABITUDINI di Sebino Dispenza

Nei giorni scorsi, una notizia ha lambito, senza tanto rumore, il panorama dell’informazione agrigentina: ventidue avvisi di garanzia per la cattiva qualità dei materiali impiegati nella realizzazione del nuovo ospedale di Agrigento. Uno “scandalo annunciato”. Meglio dire uno scandalo conosciuto, percorso e commentato (a bassa voce) da tutti gli agrigentini. Chi di noi non s’è sentito umiliato, oltraggiato e deriso avendo visitato, almeno una volta, l’ospedale di contrada Consolida? Ancora una volta, in alcuni, era prevalsa la speranza, che da noi è quasi sempre una certezza, che nessuno avrebbe contestato, nessuno si sarebbe indignato, nessuno si sarebbe sentito leso nel proprio sacrosanto diritto di ottenere una struttura degna di una società civile. Costoro non avevano torto: nessuno s’è indignato, almeno nelle forme in cui una comunità ha il diritto (e il dovere) di esprimere il proprio sdegno, né lo hanno fatto coloro che sono stati eletti per rappresentarla. Il dato certo, indiscutibile, è che qualcuno ha truffato un’intera comunità e nessuno, fin qui, aveva gridato allo scandalo. Tutti noi avevamo il diritto di farlo, alcuni ne avevano il dovere, invece nessuna pubblica denuncia, nessuna marcia di protesta, nessuna seduta straordinaria del Consiglio Comunale, nessuna trasmissione televisiva, solo sussurri e mezze parole, nessuno stupore. Ancora una volta, qualcuno ci ha truffati, approfittando delle complicità, delle distrazioni e del disinteresse. Adesso qualcuno dovrà risarcire. La magistratura stabilirà chi e in quali forme, ma vorremmo avere la certezza che a qualcuno, in tempi brevi, venga imposto il risarcimento nei confronti della comunità truffata. Capiremo allora che anche nella nostra terra il risarcimento non è solo un panno steso sulle buche del pavimento, né un secchio in cui raccogliere l’acqua piovana. Abbiamo anche il diritto di sapere chi dovrà pagare i consistenti lavori di ristrutturazione che si stanno effettuando e gli altri, ancora più consistenti, che si dovranno effettuare.
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