LA FAVOLA E LE BUGIE DEL RIGASSIFICATORE di Ausilia Eccelso

Avere delle belle intenzioni nei confronti della propria città, del proprio territorio è una cosa importante, da encomiare, rara.Purtroppo però, come ormai capita sempre più spesso, le parole, o peggio, le azioni della gente, sono mosse sì da uno spirito di rivalsa, da un atto d’amore, ma purtroppo, sono quasi sempre frutto di una misera conoscenza del tema su cui si pontifica. Diciamo che è uno sport abbastanza diffuso…

In questi giorni molto (TROPPO) si è parlato dell’intervento di Camilleri a favore del rigassificatore, e questo è l’ennesimo indice di quanto poco si sappia dell’argomento, o di quanto poco si voglia parlare seriamente di esso. Il fatto che uno scrittore, per quanto famoso, onorato, rispettato, ammirato, faccia una tale affermazione, non ha alcuna attinenza con il problema in questione. La sua è una opinione che, per quanto difficile da accettare da persone come me contrarie alla costruzione del “mostro”, è parimenti rispettabile quanto quella di chiunque altro. Ma attenzione ad attribuirle più peso di quello che in realtà ha. E’ un’opinione come altri possono averne. Detto questo, vorrei invece approfondire il tema da un punto di vista più pratico.

In generale, l’obiezione che si muove a chi dice no al rigassificatore è, “dite sempre no, ma per questa terra non si fa niente ed il turismo non è per noi perché è da un sacco di tempo che ce ne parlano ma la nostra economia è sempre ferma”.

Vero.

Ma è anche vero che se io mi rivolgo a qualcuno affinché mi porti a termine un progetto che per me è vitale, io posso tollerare qualche ritardo, ma se il tale a cui mi sono rivolta continua a prendermi in giro (anche perché nel frattempo ho scoperto che sta favorendo altri al posto mio) io lo licenzio e mi rivolgo a qualcun altro.

In Sicilia questo non avviene. MAI. Continuiamo a mettere allo stesso posto, sempre le medesime persone che da anni si sono dimostrate inette in tutti gli incarichi che hanno ricoperto, portando “la più bella città dei mortali” ad occupare (ormai perennemente) gli ultimi posti in classifica della città più vivibile, più organizzata, meglio amministrata, come qualità di vita etc.

Oggi, con la solita logica dalla spartizione super partes, cercano di rifilarci l’ennesimo “pacco” regalo.

Il metodo è sempre lo stesso, prima ti riduco alla fame e poi ti elargisco le briciole. Me ne sarai grato finchè morirai.

Lo schiavo infatti non è colui che è privato della libertà ma colui il quale non riesce più ad immaginarla. E noi abbiamo dimenticato da tempo che profumo buono e fresco essa abbia.

E’ facile – fin troppo – nella nostra terra usare il tema dei posti di lavoro. E’ solo di quello che si parla, e di nient’ altro.

Allora parliamone pure.

Si discorre di occasione da non perdere per il nostro territorio per lo sviluppo che l’opera apporterà. Allora si deve evincere che non si faccia riferimento ai 600 posti di lavoro PROVVISORI (e tutti da dimostrare) di cui spesso si parla. Tranne che per “incredibile opportunità di sviluppo per il nostro territorio” non si intendano dei posti a scadenza.

Per quanto riguarda poi i posti di lavoro che il rigassificatore darà non appena ultimato, si tratta di 80. Considerato poi il tipo d'impianto che avrà sicuramente bisogno di manodopera specializzata che verrà da fuori (tranne che non mi trovino 80 empedoclini esperti di manutenzione ed amministrazione di impianti di rigassificazione), i posti a disposizione per gli autoctoni saranno si e no una decina per le mansioni di ordinaria amministrazione.

Si prende in giro tutto un comprensorio che potrebbe vivere di rendita di turismo, e che invece ancora arranca per le già suddette menti "eccelse"che lo hanno amministrato fino ad oggi.

Ma cosa fanno questi vecchi volponi? Giocano proprio la carta del turismo.

Non essendo riusciti ad effettuare (ma io direi più verosimilmente, non avendo mai voluto effettuarlo) il dragaggio del porto naturale di Agrigento - e quindi della Valle - prendono come scusa il fatto che, per la costruzione del rigassificatore, l'ENEL, ente gestore, dovrà realizzarlo a proprie spese, permettendo finalmente che le navi da crociera possano fermarsi per visitare la Valle... Di certo poi non dicono che essendo previste tre navi gasiere a settimana (all’incirca un giorno si ed uno no), ed essendo esse lunghe 330 metri e larghe 60 e quindi aventi bisogno di molte ore di manovre per attraccare, scaricare e ripartire, e dovendo - a ragione di ciò - stabilirsi che TUTTE le attività, nautiche e balneari debbano essere bloccate, la questione delle navi da crociera che si fermano va a farsi benedire. Quando infatti dovrebbero attraccare queste navi?

Probabilmente il giorno No e ripartire in fretta e furia prima del nuovo stop.

Per non parlare poi del traffico estivo che davanti a questo tratto di mare non è indifferente.

Un'altra cosa che sembra sfuggire a tutti i dibattiti è che, a pochissimi metri dal “santuario” si trova il dissalatore che fornisce l’acqua alle case degli agrigentini.

Forse non tutti sanno che l’acqua marina utilizzata per abbassare la temperatura dei serbatoi e per mantenerla costante verrà aggiunta di cloro attivo che ha un effetto antivegetativo, tale cloro, a rigassificazione avvenuta, verrà immesso in mare insieme all’acqua marina (con una temperatura di almeno meno 6 [-6] gradi – per una differenza di 3,5 gradi nel mare – ma se muore gran parte della flora e della fauna marina presenti nel posto “che ce frega” noi abbiamo il rigassificatore…)… A questo punto sorge una domanda… Ma l’acqua che il dissalatore preleva dal mare (il mare prospiciente la struttura ovviamente) e che è la stessa acqua clorata (oltreché gelida) che verrà rilasciata in mare dopo la rigassificazione come farà ad essere purificata dal suddetto cloro (candeggina per parlare rasoterra) per poter essere utilizzata dagli agrigentini anche per cucinare se questa sostanza non può essere eliminata nemmeno con i filtri ad osmosi inversa che sono tra i migliori?

Come si può facilmente evincere ADESSO che sono state date delle informazioni tecniche, chi legge può farsi un’idea, se poi non ritiene attendibili tali informazioni può andarsi a fare una ricerca e vedere se tali dati risultino esatti o meno; ma asserire che non vi è alcun problema ambientale senza spiegare il perché e senza apportare motivazione alcuna non è avere una propria idea precisa di qual è la reale situazione ma è un riportare una propria opinione senza prima essersi realmente informato.

Quindi, asserire che è “chiaro che l’impianto non ha nessun problema d’inquinamento in quanto provvede semplicemente alla trasformazione fisica del metano dallo stato liquido a quello gassoso con scambio di calore e basta” è assolutamente riduttivo e privo di qualsiasi fondamento scientifico.

Ho letto molti interventi in quest’ultimo periodo riguardo al rigassificatore, ma mi mancava ancora qualcuno che, pur di difendere le proprie ragioni, descrivesse i due cosiddetti bomboloni come “due cupolette di 18 metri” e la relativa torre torcia alta 40 metri (cioè come un palazzo di 12 piani – per capirci quasi come il famoso grattacielo “Vita”) una costruzione grande quanto una palazzina ad un’elevazione..., non vorrei essere scortese, ma mi sembra un “tantino” riduttivo (se non –come al solito – errato). Cosicchè, con una tale analisi, i turisti, visitando la tomba di Pirandello, si troveranno un palazzone (scusino se per me un edificio di 12 piani è da considerarsi tale) di fronte che sicuramente li farà estasiare... si può immaginare la scena:... la pietra..., il mare africano..., il grattacielo (con il cappello infuocato)...e perchè no...magari non si tratta di turisti sbarcati da una nave da crociera (se mai ne potesse attraccare qualcuna) e si possono godere le “grandi manovre” di quel meraviglioso transatlantico della nave gasiera...CHE BELLO SPETTACOLO!! Accorreranno a frotte. Diranno al mondo come, nella meravigliosa città dei Templi si possano ammirare i resti di un antico passato e le architetture di un fantasmagorico futuro...AMEN!

D’altro canto, capisco che, se chi di dovere, la Sovrintentenza ai Beni Culturali su tutti, asserisce che il complesso non è impattante – a patto di rivestire le “cupolette di 18 m con pietre (e per la torre torcia di 40 metri cosa suggerirà..? di rivestirla da sequoia forse?)- ed i Ministeri dei Beni culturali e dell’Ambiente concedono non solo facilmente la VIA ma addirittura la Ministra Prestigiacomo afferma che la Sicilia è una possibile candidata per la costruzione di una Centrale Nucleare, difatti non si vede il perchè un qualsiasi cittadino non debba credere che l’impatto ambientale sia nullo.

Due cose però vorrei chiedere alla sovrintendente..., Ma se l’impatto non c’è, perchè “attutirlo” con i rivestimenti di pietra, e poi, come mai il rigassificatore, costruito a 200 m dalla casa e dalla tomba di Pirandello rientranti in un parco (il Parco Letterario Luigi Pirandello) istituzionalizzato con legge regionale, ed a soli 1400 metri dal confine del parco della Valle dei Templi si può fare ed invece ci siano tante storie per una passerella smontabile di legno che colleghi il tempio di Eracle con quello di Zeus ed eviti code interminabili ed incidenti vari…??

Io ho dato le mie informazioni. Perchè non ci si chiede invece per quale ragione quando gli altri contestano tali concetti non lo fanno con altrettanti concetti ma si fermano a dire, “è stato detto così (omettendo di riportare le motivazioni del perchè si sostiene quella posizione) ma è cosà...?” Va bene, sarà cosà...ma perchè è cosà?

A questo proposito bisogna ricordare che esiste una direttiva a nome Seveso (chissà se i più si ricordano ancora cosa vuol dire questo nome…), sulle industrie ad alto rischio che prevede espressamente la partecipazione della "società civile qualora si ravvisi la necessità di comporre conflitti in ordine alla costruzione di nuovi stabilimenti", un impianto di rigassificazione rientra nel campo di applicazione di tale normativa, ebbene, ad Agrigento, o meglio, a Porto Empedocle, tale normativa non è stata applicata, non è stata cioè data la possibilità ai cittadini che sopporteranno le ricadute di uno stabilimento di tal genere sul loro territorio (a casa loro) di poter dire la loro. E questo perchè è avvenuto? Semplicemente perché se si fosse indetto un referendum tra le popolazioni interessate cioè quella del comune dove nasce la struttura ed i comuni limitrofi, si sarebbe dovuta informare la cittadinanza dei pro e dei contro della costruzione della suddetta e non si sarebbe potuta portare avanti la favola dei posti di lavoro e delle navi piene di turisti. A tal proposito va ricordato il piccolo incidente diplomatico in ordine alla costruzione del rigassificatore a Trieste e delle rimostranze ufficiali del governo Sloveno il quale lamentava il fatto di non essere stato coinvolto su un progetto che avrebbe avuto delle ripercussioni anche sul loro ambiente (cioè può e deve dire la sua addirittura uno Stato estero semplicemente perché confinante… MA CHE ESAGERAZIONE VERO??).

Quest’ultimo punto apre la strada al concetto di misure compensative. Qui siamo proprio alla follia. Si osannano come se fossero una manna del cielo. E addirittura si inveisce contro il Comune di Agrigento che starebbe perdendo un’altra occasione...

Ripeto quanto detto sopra... Ma perchè non informarsi prima di parlare...???

Compensare deriva dal latino (cum=con, insieme e pensare=pesare) e accenna al ragguaglio di due pesi. La definizione è quindi: dare l’equivalente contraccambio, risarcire, agguagliare (rendere uguale) una cosa con un’altra, supplendone il difetto.

Gli interventi di compensazione infatti sono delle misure che servono a risarcire il territorio che ospita simili impianti.

Risarcire… credo che non occorra riportare anche la definizione di tale vocabolo. Sappiamo tutti cos’è un risarcimento, e quando si deve… e cioè quando è stato causato un danno. Ed infatti è di questo che si tratta.

Un danno al paesaggio, alla costa, al patrimonio di cui non siamo padroni, ma custodi, un danno a tutto il nostro territorio che solo chi non è ben informato può pensare non esista.

Una cosa che credo sfugga a tanti è che, come territorio limitrofo e quindi territorio nel quale ricadranno i suddetti effetti negativi della costruzione del rigassificatore (contrada Kaos è a pochi metri), il comune avrebbe potuto dover dire la sua ed invece questo gli è stato negato, affermando che “gli empedoclini sono a casa loro e fanno ciò che vogliono senza chiedere il permesso a nessuno”.

Sono a casa loro... anche a Chernobyl (in RUSSIA) forse dissero così... e noi (in ITALIA) non abbiamo potuto mangiare frutta e verdura per un pò di tempo...

Di conseguenza, asserire che Agrigento sta perdendo un’altra occasione in ordine a queste misure compensative è una cosa che non sta nè in cielo nè in terra. In primo luogo perchè, come appena detto, il Comune di Agrigento è stato totalmente usurpato dei suoi diritti di comune limitrofo che può e deve dire la propria, quindi figuriamoci se il comune di Porto Empedocle dicesse “oltre a noi dovete compensare anche il comune di Agrigento”...hanno già detto che sono a casa loro e fanno ciò che vogliono, e a noi non deve interessare ciò che fanno...

Chissà come viene chiamato dalle nostre parti questo atteggiamento...

Ma in secondo luogo – e più importante del primo – fortunatamente, il Comune di Agrigento, ha proposto ricorso contro la concessione della VIA al TAR e quindi non è minimamente interessato a queste misure...

Ma vi rendete conto...? Qualcuno vuole rompermi una gamba ma mi assicura che mi pagherà il risarcimento danni, io non la voglio rotta e qualcun altro mi rimprovera perchè sto “perdendo l’opportunità” di guadagnarmi qualcosa... magari di farmi interrare gratuitamente i fili dell’alta tensione...

Ora, qui non si vuole per forza fermare il progresso o l’economia del territorio, anzi, si vuole che i posti di lavoro creati siano ancora di più e non a scadenza. Che tutto ciò che abbiamo avuto la fortuna di avere in dono in questa splendida città diventi e si trasformi nel nostro pane quotidiano, in lavoro per tutti ma soprattutto per i nostri figli che, invece di emigrare e diventare ricchi manager in altri paesi, potrebbero essere impiegati per far si che QUESTO paese diventi ricco grazie ai loro cervelli.

Il rigassificatore, se proprio si deve fare perchè non farlo off-shore? Noi mettiamo il territorio a disposizione che per chi costruisce tali strutture è il problema principale...allora perchè non pretendere che sia speso qualche milione in più che però farebbe la differenza? Perchè cedere ai ricatti senza mai farsi sentire? Perchè se ormai si parla di queste strutture costruite o smontabili al largo della costa – dove ovviamente l’impatto è di gran lunga inferiore oltre che la pericolosità – oppure addirittura non avvalersi delle navi rigassificatrici, navi cioè che riportano il metano allo stato gassoso direttamente ed incalanano il tutto immediatamente in un tubo che si ricongiunge al metanodotto?

Ma aldilà dei possibili scenari alternativi per la costruzione del rigassificatore, si è così sicuri quando si asserisce che da noi tutto è fermo e il turismo non decollerà mai...? Oppure si è sempre disinformati?

La scorsa settimana ad esempio, si è svolta, presso il consiglio comunale di Agrigento una riunione in cui si è discusso del piano strategico di sviluppo del Comune di Agrigento alla quale hanno partecipato oltre al sindaco e alla giunta, i rappresentanti della camera di commercio, la confcommercio, rappresentanti dell’Università di Agrigento, i sindacati, gli ordini professionali di ingegneri e architetti e molti imprenditori. Si è discusso e ci sono già in atto dei gruppi di lavoro che lavorano a progetti diversi ognuno per le proprie competenze.

E’ un risultato che mai si era avuto nella città di Agrigento, mettersi tutti attorno ad un tavolo e parlare per costruire veramente qualcosa.

Altre informazioni di cui molti, se non tutti, sono allo scuro, sono ad esempio i finanziamenti già concessi al porto di Porto Empedocle: il finanziamento del molo Crispi che ha ottenuto uno stanziamento di un milione e mezzo di euro; o della banchina del porto vecchio che ha un finanziamento di un milione e seicentomila euro; oppure dello sporgente del molo del porto vecchio che ha un finanziamento di ulteriori un milione e seicentomila euro e per finire lo sporgente della darsena di ponente che ha un finanziamento di quattro milioni e quattrocentomila euro.

Questi finanziamenti sono tutti immediatamente cantierabili, a valere sulle risorse ministeriali stanziate per il 2007 - 2008 e 2009 (Decreto Ministeriale Prot. 1756 del 02/08/2007).

E’ infatti una bugia clamorosa diffusa artatamente secondo la quale non vi siano alternative allo sviluppo del territorio oltre al rigassificatore. Alcuni esempi: la conversione dell’impianto Enel – a totale costo privato – che non produrrebbe nemmeno perdita di posti di lavoro; il dragaggio del porto che è già finanziato ed in ogni caso si è formata già una “cordata” di imprenditori capeggiata dall’imprenditore Moncada che si è proposta di effettuare il dragaggio del porto chiedendo in cambio solo l’uso di una banchina per motivi commerciali; la stazione marittima in corso di progettazione, può trovare fondi nell’affidamento alla gestione dei privati ed anch’essa determinerebbe nuovi posti di lavoro; l’attracco delle navi da crociera è frutto di attività diplomatiche e di accordi commerciali e sindacali, ed anche in questo caso si avrebbero nuovi posti di lavoro; la darsena turistica prevede gli investimenti privati, nuovi posti di lavoro; un secondo porticciolo turistico all’esterno del porto prevede il ricorso a fondi privati, nuovi posti di lavoro. Inoltre il rilancio delle attività del settore della pesca commerciale affidabile ad un piano di sviluppo della nautica empedoclina da portare a finanziamento regionale entro il 2008 determinerebbe lo stop all’esodo della forza lavoro e l’incremento dei posti di lavoro nelle attività di pesca e di trasformazione del pescato. Infine la riqualificazione dell’area dimessa destinata semplicemente per servizi ovvero per attività di impresa sostenibili (cantieristica leggera, artigianato, trasformazione del pescato, ecc.) ovvero per attività turistiche, ovvero per l’università e la ricerca, comunque intesa produrrà nuovi posti di lavoro.

Ma dopo queste belle notizie le conclusioni non possono che essere –a maggior ragione –amare.

Ma è proprio vero che nessuno si domanda del perchè il governo si è intestardito a costruire questo rigassificatore qui? Perchè la Sicilia è candidata ad essere scelta per la costruzione di una Centrale Nucleare? Perchè si decide di ammassare per 18 mesi in condizioni sub-umane “clandestini” (che poi per il 75% sono invece rifugiati politici ai quali si deve per legge offrire asilo) a Lampedusa dove ogni giorno continuano ad attraccare (nella migliore delle ipotesi) barconi pieni di disperati ai quali, addirittura, gli stessi Lampedusani offrono la loro casa, un pasto e dei vestiti?

Perchè si sceglie di fare il rigassificatore qui quando solo il 10% del gas prodotto rimarrà in loco ed il resto dovrà essere trasportato al nord? Perchè quando si tratta di costruire un rigassificatore si decide di farlo qui anche se serve in realtà li? Perchè non si vogliono più smistare i clandestini e li si bloccano in un isoletta ad uccidere – loro malgrado - quel che resta di un economia basata sul turismo come quella di Lampedusa? Perchè i siciliani pagano la benzina che producono e raffinano quanto gli altri, quando in Val d’Aosta che non produce si paga meno? Perchè invece da qualche settimana paghiamo la corrente elettrica più cara rispetto al resto della penisola? Ma soprattutto perchè, dopo aver reso tutti questi servigi alla Nazione vogliono a tutti i costi il federalismo fiscale e noi non ci lamentiamo?

Siamo solo capaci di accontentarci delle briciole e credere perennemente alle bugie di questa gente che ci ha ridotto sul lastrico e privi ormai di qualsiasi dignità morale.

Che sia per vigliaccheria, per ignoranza o per tornaconto non conta niente.

La storia c’insegna che i siciliani hanno sempre avuto bisogno di un padrone e ancor oggi l’abitudine non è cambiata...

Ma io spero sempre nel futuro...

 

p.s. Tanto per avere un informazione in più: l’Enel vuole a tutti i costi costruire un rigassificatore in Italia per rimediare all’errore di un contratto stipulato con la Nigeria che prevede l’acquisto di metano liquefatto, da pagare anche se non ritirato. Dopo il “no” di Montalto di Castro e Monfalcone, prova a Porto Empedocle, che, ovviamente, gli spalanca le porte…

 

 

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