PORTARE A TEATRO ERCOLE PATTI di Luigi Galluzzo
Ridurre per il teatro “Un bellissimo novembre” di Ercole Patti? La cosa più difficile è stato cominciare. Perché ci siamo trovati di fronte ad un romanzo che non ha dialoghi. Quando qualche settimana dopo abbiamo sentito per la prima volta il maestro Missiroli che era stato nel frattempo contattato per la regia è stato lui a dircelo schiettamente
La riduzione teatrale di questo testo è impossibile –
Noi in realtà l’idea ce l’avevamo già avuta. E gliela abbiamo spedita
-Così si può fare –
È stata la risposta del maestro dopo aver letto. E non ci siamo fermati più. L’idea è stata di inventarci un dopo. Ecco perché più che di riduzione è giusto parlare di “liberamente ispirato a”
Il libro racconta di una zia giovane e procace, Cettina, che sarà interpretata da Donatella Finocchiario, sposata con Biagio, marito tradito e silente. Cettina seduce il nipote sedicenne, Nino, durante le vacanze in campagna in una masseria del catanese, a novembre, verso la fine del periodo della vendemmia. Ma il ragazzo, pazzo di gelosia verso Sasà Santagati, un bell’imbusto con cui Cettina parallelamente flirta, si innamora, e finisce in tragedia.
Un romanzo di atmosfera, conturbante e secco, com’era nello stile di Patti. Dialoghi quasi del tutto inesistenti.
Abbiamo allora immaginato che i protagonisti della storia si ritrovino dieci anni dopo, nella stessa casa, dove nel frattempo sono rimaste, quasi come vestali, solo due vecchie zie. Cettina arriva insieme a Sasà, la loro storia è ormai tollerata, persino da Biagio, che vive nel chiuso silenzio del suo amore il dolore per il tradimento così sfacciatamente subito.
A convocarli in campagna è stato zio Alfio, il proprietario della masseria, che vuole donarla ai nipoti. Il ritrovarsi lì, dopo tanto tempo, faccia a faccia in quel luogo prima un tempo felice, ma dalla morte di Nino cupamente conservato dentro le più cattive coscienze, scatena da una parte meschine avidità tra cugini, zie e nipoti per il possesso della roba; dall’altro una vera e propria resa dei conti emotiva tra le due sorelle.
In un faccia a faccia serrato, drammatico e crudele, Cettina e la madre di Nino si dilanieranno su chi ha veramente amato il ragazzino e su che cosa è l’amore, rinfacciandosi la colpa reale di averlo spinto al suicidio.
E’ stato faticoso, ma ci ha soddisfatto. Aspettiamo di vederlo in scena al Teatro Stabile di Catania per la regia di Mario Missiroli, con Donatella Finocchiaro.