SHAKESPEARE ERA SICILIANO? di Giovanni di Girgenti

Shakespeare era siciliano. Lo ha sostenuto il professore Juvara, ragusano, scomparso pochi anni fa; lo immagina il professore Domenico Seminerio nel suo romanzo “Il manoscritto di Shakespeare” pubblicato da poco da Sellerio. L'ipotesi è che un messinese, nato nel 1564, di nome Michelangelo Florio Crollalanza sia il vero autore dell'opus tramandataci sotto il nome di William Shakespeare. Se n'è parlato a 'Mattina in famiglia' programma del fine settimana di Raidue domenica 11 maggio e Seminerio ha ricordato le incredibili coincidenze tra la vita del messinese Florio e il bardo inglese.
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Florio costretto dalla sua fede a lasciare Messina ( era valdese) si rifugia a Venezia e va abitare in una casa di un certo Otello che uccide la moglie Desdemona. Poi va a Verona e poi ancora a Milano dove si innamora di una giovane contessina di nome Giulietta che, rapita dal governatore spagnolo di Milano, si suicida per amore. Florio si rifugia in Inghilterra e va a vivere da uno zio a Stratford on Avon, la città di Shakespeare. La traduzione inglese del cognome Crollalanza è per l'appunto shake speare. E un nipote dello zio che lo ospita si chiamava William ed era morto precocemente. Non solo. Ma quasi il 50% delle opere di Shakespeare sono ambientate in Italia le cui città e piazze sono descritte nei minimi particolari, il che fa supporre una conoscenza diretta dei luoghi. Tirate voi le conclusioni. A noi piace pensare che, come in Pirandello alcune opere famosissime ( la Giara, Il Berretto a sonagli, Il ciclope ecc.) prima di essere state proposte in lingua italiana sono state pensate e scritte in girgentano, anche Florio-Shakespeare abbia potuto scrivere i suoi drammi in siciliano prima che in inglese. Che sia plausibile l'ipotesi ce lo dimostra Leo Gullotta in questa sua versione siciliana del monologo di Amleto nella traduzione di Giovanni Taglialavoro per la regia di Marco Aprea.

 

 

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