IL TENNIS E LA VOGLIA DI RESISTERE DI RAONA E CUMMATI': RIFLESSIONI DI UN SICILIANO BABBO! di Rosario Zammuto

Il Tennis e Fontes Episcopi
Almeno una volta l’anno d’estate torno in Sicilia dove “quando posso” mi piace giocare a Tennis. Pratico questo sport da tanti anni e oggi mi ritengo fortunato a giocarlo ancora perché mi permette di mantenere la linea (almeno ci provo).
Per me il Tennis è più di un divertimento, è socialità, è stare all’aria aperta, è muoversi, è tutto quello che abbiamo dimenticato con la vita moderna e con il lavoro d’ufficio. E’ una speranza di stare il più possibile lontano dai farmaci, è una medicina naturale per il corpo e per la mente.
Se avete pazienza di arrivare fino in fondo (e sopportare i “colori” che ho voluto inserire per mettere in risalto quanto vi dirò alla fine) vi racconto un fatto accaduto a Comitini (Cummatì in dialetto), piccolo paesino di fronte al mio paese natale che è Aragona (Raona).
Comitini non è purtroppo un caso isolato perché la realtà siciliana e, in particolare, agrigentina, è piena di “piccole Comitini” che hanno voglia di riscatto.

A cominciare da Aragona dove nel 2020 non esiste ancora un campo da Tennis ma solo i resti del primo campo in asfalto costruito a Fontes Episcopi dove, ogni volta che passo, vedo gli alberi che crescono sull’asfalto e le speranze che si allontanano per i giovani aragonesi.
Per fortuna nella provincia di Agrigento qualcosa si muove e, come diceva De André, in mezzo al letame “nascono i fiori”.

La Sicilia, i Siciliani e gli agrigentini che non mollano
Diceva un passaggio del film “Nuovo Cinema Paradiso” che “bisogna andare via per molto tempo, per moltissimi anni, per ritrovare al ritorno la gente, la terra unni si natu”, In Sicilia e solo in questa “terra maligna” (citazione da “Nuovo Cinema Paradiso”), ti accorgi che il tempo sembra non essere mai passato e tutto sembra essere fermo a quando, per la prima volta, hai attraversato lo stretto di Messina, pieno di speranze e di sogni, con il sogno di riattraversarlo un giorno in auto su un Ponte! Era solo un sogno!
Ho iniziato a scrivere queste righe per denunciare la mancanza di strutture sportive, l’incuria di quelle poche strutture comunali, in alcuni casi, la rassegnazione delle persone che non protestano contro questo immobilismo.
E’ giusto e corretto ammettere però anche, con tono speranzoso, il grido sordo dei ragazzi e della brava gente che cerca di reagire; la loro voce, quanto forte possa risuonare, per quanta rabbia ci sia in questo grido, è spesso come un urlo di una persona assetata in mezzo a un deserto torrido e isolato! Per fortuna non sempre. Per fortuna ogni tanto piccole “oasi di futuro” sorgono in mezzo al nulla, in mezzo al deserto delle solite cose!
Sono i “miracoli della volontà”, il segno che anche nel deserto più arido del nulla può nascere qualcosa, più potente dell’inezia, più rigogliosa delle lamentele, più potente della rassegnazione.
E’ la volontà di chi non si arrende, nonostante tutto!
Nel piccolo comune di Comitini esiste un campetto di tennis in asfalto!
Il campo è stato adibito a tennis grazie all’iniziativa di alcuni ragazzi che, con pazienza e atteggiamento propositivo, hanno disegnato le linee del campo, lo hanno colorato e hanno fornito una rete nuova e tanta speranza a chi non si rassegna ma, purtroppo e inspiegabilmente, non trova ancora la forza e il coraggio di passare dalle lamentele ai fatti. Compresi i miei paesani di Aragona che, come ho detto sopra, sono costretti ad andare a giocare fuori dal paese.
A parte la particolarità della superficie di gioco di Comitini, questo campetto “futuristico” ha permesso a un gruppo di appassionati di tennis di lunga data e di nuovi appassionati di fare l’esperienza dello sport, a mio avviso, più bello ed educativo del mondo: il Tennis. Un’esperienza molto vicina allo sport che conosco io e che pratico in Lombardia o, quando posso, nelle “oasi” in provincia di Agrigento nate per merito di siciliani che non mollano mai!
E’ giusto citarli, è giusto parlare di chi lotta ogni giorno, di chi investe i propri soldi perché ha capito che occorre passare dalle lamentele ai fatti se vogliamo cambiare le cose e che le “parole negative” (tale è la lamentela) sono sassi lanciati addosso alla volontà delle persone.
Queste persone positive che sono passate ai fatti, scansando i sassi di chi sa solo usare parole a vuoto, hanno costruito dei campi di calcio, hanno ristrutturato dei campi da tennis, hanno portato il Padel ad Agrigento.
Tre nomi per tutti voglio farli con infinito piacere.
Alessandro Platania, che conosco dai tempi del liceo, che ha ristrutturato e gestisce un centro di tennis a Villaseta e che è un ottimo maestro di tennis (e che dovrei andare a trovare più spesso perché mi da ogni volta degli ottimi suggerimenti per migliorare il mio gioco).
Giovanni Sorce, già giocatore di calcio di serie A avendo militato nel Parma e Gero Falci, insegnante e istruttore ISEF, che umilmente hanno costruito insieme un centro sportivo ad Agrigento in contrada Fontanelle; entrambi compagni del Liceo che ho avuto il piacere di rivedere dopo tanti anni.
Bravi!
Siete un esempio per chi non si arrende.

Tennis ad Aragona: il “tennis della mattonella”
Ho iniziato a giocare a Tennis in un campetto di Aragona che era ancora più particolare di quello di Comitini; la superficie di gioco, infatti, era in mattonelle e le linee di colore nero erano state disegnate con tanto impegno e qualche sbavatura, piccoli errori di tracciamento che però, agli occhi di un ragazzo con tanta voglia di giocare, passavano inosservati. La perfezione in natura non esiste. Esiste il continuo rinnovamento e adattamento di un sistema che cambia in continuazione e a quei tempi quella “linea disegnata male” mi sembrava far parte di un processo naturale e necessario per arrivare alle righe di tennis perfette che vedevo in TV commentate dalla voce appassionata di Galeazzi! Stiamo parlando degli anni ottanta, quando giocava ancora il miglior giocatore di tennis che l’Italia abbia mai avuto o, sicuramente, uno dei migliori. Parlo ovviamente di Adriano Panatta, un campione che oggi parla di quei tempi con nostalgia come si parla sempre del passato che è passato e che forse trasformerebbe la nostalgia in rabbia se sapesse che nel profondo sud qualcuno gioca a tennis, quando ci riesce, ancora quasi come giocava 40 anni fa (e se non fosse per l’iniziativa dei privati giocherebbe persino con le racchette in legno!)
Sarebbe bello coinvolgere Adriano Panatta in questa piccola battaglia che voglio portare avanti (anche se è un nostalgico del tennis di una volta. Poff, poff, poff. Ma voi che ne potete capire!).
Il Tennis italiano oggi è all’avanguardia nonostante tutto ma secondo la “teoria del vetro rotto” (secondo la quale se lasci un auto in un parcheggio con un solo specchietto retrovisore “rotto”, presto i vandali prenderanno d’assalto e distruggeranno a poco a poco tutta l’auto) se lasciamo indietro, da un punto di vista sportivo, anche un solo pezzo dell’Italia prima o poi i vandali “romperanno” anche il resto!
Il Tennis come metafora della nostra bella Italia? Lasciare indietro un pezzo d’Italia, parlare male e trattare male una regione, non porterà le altre da nessuna parte. Così come nella provincia di Agrigento lasciare le cose come stanno fa l’interesse di chi vive di consenso e demagogia, lasciare che una parte dell’Italia resti indietro, anche solo sportivamente, non porterà di certo a un Unione più grande di quella italiana.
Se non siamo uniti tra di noi chi volete che ci dia credito in Europa? (scusate la nota politica ma non sono riuscito a trattenermi).
 

Il Tennis, e la vita, non è solo palleggiare da fondo campo
Il tennis è uno sport difficile che divide le persone, che non piace a tutti. Quando piace però ti porta a fare di tutto per giocare un’ora, saresti disposto a fare cose che non faresti per gli altri sport, come per esempio alzarti alle 5 del mattino per giocare in piena estate, quando i campi sono aperti tutto il giorno ma sei costretto a non giocare nelle ore più torride della giornata (soprattutto sull’asfalto bollente!!!). Il tennis è molto educativo. Come tutti gli sport aiuta a tenere in forma i giovani, allontanandoli dal divano e dai tablet, e i meno giovani, allontanandoli dal tavolo e dal cibo eccessivo e quindi dalle farmacie.
Il tennis però è più di uno sport.
E’ una filosofia di vita, è un modo per vedere le cose della vita attraverso un gioco che ne rispecchia la bellezza e le difficoltà, direi la “bellezza delle difficoltà”, bellezza che viene fuori quando le difficoltà vengono superate con forza e spirito di sacrificio.
E’ uno sport fisico ma è soprattutto uno sport mentale! Due aspetti che si integrano perfettamente come sanno tutti i maratoneti.
E’ vero che è possibile giocare anche senza il punteggio, senza la competizione, senza essere costretti a segnare il punteggio e a prevalere sull’avversario.
La vita però, lo sappiamo, non è solo palleggiare da fondo campo. La vita è combattere per sopravvivere, la vita non fa sconti e il risultato della sopravvivenza conta, nonostante De Coubertin pensi diversamente.
E per vincere nel Tennis non basta solo fare più punti dell’avversario. Per capire la durezza e il potenziale educativo di questo sport basti pensare al meccanismo del punteggio del tennis che ha fatto si che qualcuno lo abbia definito lo “sport del diavolo”. Nello sport vinci solo se fai più punti dell’avversario giusto? Ebbene il tennis è l’unico sport dove puoi vincere anche segnando meno punti dell’avversario!!! Non ci credete? Un punteggio di 6-7 6-1 6-7 è una vittoria con meno punti dell’avversario (il vincitore totalizza 15 game e il perdente 18 game nel corso dei 3 set ma vince perché totalizza a proprio favore 2 set contro 1 set dell’avversario).
Nel Tennis, come nella vita, occorre vincere i game importanti. Anche se sei in vantaggio non ti puoi permettere di mollare mai, devi rimanere focalizzato e vivo fisicamente e mentalmente perché alla minima distrazione l’avversario può far girare la partita e vincere anche totalizzando meno punti di te!
Vincere a volte può venire naturale, è possibile trovare fenomeni che sono nati per lo sport. Maradona lo abbiamo adorato tutti, di Maradona ne esiste uno solo o quasi. Il Tennis ha i suoi Maradona. Federer, Nadal e Djokovic sopra di tutti. Il fatto è che questi grandi campioni non sono nati campioni così come li vediamo oggi.
E’ quasi sorprendente, per chi vede il tennis solo in tv, sapere che anche Nadal ha allenato, e continua tutt’ora a farlo, per tutta la vita il suo servizio (e non solo il servizio); persino Federer ha dovuto lottare contro il suo carattere per diventare l’uomo di ghiaccio che è e per riuscire a non perdere la testa spaccando le racchette come faceva da bambino. Una cosa ci accomuna ai grandi campioni: la volontà di mettercela tutta e di cercare di migliorare in continuazione.
Per questo credo molto nel potere educativo di questo sport magnifico che è il Tennis. Nel Tennis e nella vita non occorre mollare mai e l’importante è rialzarsi dopo una sconfitta e vincere i punti più importanti!
E’ questo il motivo che mi spinge a scrivere e a denunciare, la voglia di resistere!
 

Aragona, Comitini e Grotte: la speranza è l’ultima a morire
A Comitini la volontà e l’iniziativa di alcuni ragazzi ha portato di recente a creare una chat su whatsapp per le prenotazioni del campo. Questo sistema funzionava benissimo grazie alla collaborazione dei partecipanti che, di volta in volta, passavano dal bar del paese a ritirare la chiave del campo; il campo, infatti, rimaneva chiuso quando non giocava nessuno per evitare ai soliti vandali di entrare e distruggere tutto.
Tutto andava a gonfie vele. Una volta tanto che si era riusciti a gestire i vandali, è accaduto un fatto che dimostra che vandali non si nasce ma si diventa quando non ci sono regole imposte correttamente dall’alto. Chi le fa le regole? La risposta è semplice e banale: gli amministratori che, se non le fanno, almeno sono tenuti a farle rispettare e, soprattutto, a rispettarle. Tra le regole di condotta che gli amministratori devono seguire direttamente esiste, a mio avviso, il dovere etico di dare seguito alle segnalazioni dei cittadini. Ricordiamoci che sono dove si trovano per amministrare la cosa pubblica e non per farci dei favori!
Un giocatore di tennis, componente della chat di whatsapp del tennis di Comitini, un giorno ha deciso di segnalare al Comune di Comitini la presenza di una grossa buca appena fuori dal recinto d’ingresso al campo da tennis. La segnalazione è stata doverosa. Puoi “passare sopra” l’erba alta che continuamente cresce attorno al campo e che i ragazzi sono costretti a tagliare da soli. Puoi passare sopra l’incuria e l’abbandono dello spogliatoio che si trova a fianco del campetto di tennis che farebbe paura persino al Coronavirus per la sporcizia e il pericolo di trasmissione di malattie infettive. Puoi passare sopra la sporcizia che puntualmente si accumula fuori e, a volte, dentro il campo (male di tutta la provincia di Agrigento) e che da sola meriterebbe la stesura di un libro.
E’ difficile però passare sopra una buca che con il passare del tempo sarà di certo destinata ad allargarsi con la pioggia e con gli altri agenti atmosferici (o con gli altri agenti “vandalici”). Il Comune di Comitini prontamente ha risposto alla segnalazione rendendo inagibile in campo in attesa, si suppone, di porre rimedio al pericolo segnalato. Potete immaginare la reazione degli appassionati raunisi e cummatinara quando, dopo il lockdown e il fermo forzato del tennis dovuto aI Coronavirus, hanno trovato questo bel regalo ad attenderli!
Il fatto è che a tutt’oggi la buca non è stata riparata. Credo che ci voglia poco a farlo. Basterebbe molto probabilmente mandare un addetto comunale a coprire la buca con una carriola di cemento; il costo della riparazione credo che sia pari al costo di un’ora di tennis, ricavo che a sua volta il Comune potrebbe incassare affittando per pochi euro i campi. Quanto tempo ci vuole per coprire una buca? Quanto tempo deve passare per avere servizi pubblici (di sicurezza e sportivi) che ci spettano di diritto? Un campo reso inagibile blocca anche l’iniziativa privata di eventuali volenterosi che non possono mettersi contro un’ordinanza comunale. Chiedo, pertanto, al Comune di Comitini di intervenire in tempi ragionevoli ripristinando il prima possibile una struttura sportiva utilizzata che meriterebbe di essere seguita con più attenzione per i motivi che sto cercando di evidenziare in questa lunga lettera; lo chiedo a livello strettamente personale assumendomi tutte le responsabilità di quello che sto dicendo.
La Lettera non vuole essere un’accusa contro nessuno.
La mia intenzione è di spronare gli animi di tutti, compreso quello del sottoscritto, perché se ognuno fa la sua parte è più facile per tutti.
Per questo mi permetto di dire a tutti di non sporcare per rendere più facile la vita ai nostri amministratori che devono pulire le strade. Mi spingo a riferirmi ai pochi che si divertono a “rompere” la cosa pubblica di non farlo più per il rispetto di chi gioca a Tennis perché un giorno tuo figlio potrebbe amare questo sport. Prego gli amministratori di punire i vandali e riparare le loro opere distruttive perché in questo modo l’iniziativa privata è più invogliata a fare di più impegnando anche le proprie risorse come hanno già fatto altri volenterosi in provincia di Agrigento. Imploro gli amministratori di pulire le strade per chi vive di Turismo e ospita gente da tutto il mondo che oltre alla quiete e la bellezza delle nostre campagne, oltre al buon cibo della nostra cucina, oltre alla cultura dei nostri monumenti, oltre alla bellezza del nostro mare e al calore del nostro sole, vorrebbe magari anche praticare un po' di sport (tanto per non perdere le sani abitudini a cui sono abituati durante la restante parte dell’anno).
Chiedo troppo? Non credo, forse chiedo troppo poco.
 

Il Tennis a Fontes Episcopi
Per fortuna la passione per il Tennis è alta e allora, se Cummatì (Comitini) è chiuso, ho deciso di andare a giocare a Grotte; almeno fino a quando qualcuno denuncerà un’eventuale incuria o mancanza nel campo di Grotte che potrebbe renderlo insicuro. Temo però che solo un pazzo avrà di nuovo il coraggio di denunciare se pensa alla lentezza dello “scarica barile” descritto sopra tra amministratori, vandali, gente comune e qualche cane randagio che, per caso, assiste a questa triste “sceneggiata sicula”. Giocheremo a Grotte fino a quando qualche raunisi (aragonese), la speranza è l’ultima a morire, non si decida a fare una cooperativa sportiva per farsi dare una concessione dal Comune per costruire/gestire un campo da Tennis.
Potrei farlo io ma sono sicuro e fiducioso che qualcuno mi anticiperà dopo che avrà letto questa lettera.
Forse lo farà l’amministrazione comunale di Aragona, forse chi si lamenta che non ci sono strutture sportive perché in Sicilia “un si po fari nenti picchi i cristiani sunnu mmidiusi” (non si può fare niente perché le persone sono invidiose).

Forse lo farà un invidioso appena saprà che qualcun altro ha in progetto di farlo! 
In Sicilia siamo intrappolati in una sorta di “dilemma del prigioniero” che ci rallenta e spesso ci riporta al punto di partenza! 

Aragonesi, invidiosi e babbi, svegliatevi! Svegliamoci!
Aragonesi e babbi come il sottoscritto che ha aspettato 40 anni per denunciare quella linea laterale nera e sgangherata di un campetto di tennis in mattonelle di periferia. 

Oggi non esiste più quel campetto in mattonelle dove sono cresciuto, dove sono stati organizzati anche dei tornei “paesani” e non esiste più neanche il campetto in asfalto (forse il primo in assoluto, prima ancora di quello di Comitini e di quello di Grotte) che era stato costruito in contrada “U Pispicu” (Fontes Episcopi).
Oggi, che ce ne sarebbe più bisogno e voglia, non esiste un campo di tennis ad Aragona. 
Oggi che in quella contrada, punto di ingresso alla strada che porta alle nostre e uniche Maccalube, esiste il bellissimo BioResort “Fontes Episcopi” di Maurizio Tedesco & C.. 

Aragonesi facciamo vedere che quello che scrivo fa parte del passato. 
Smentiamo i pregiudizi, mettiamo da parte le lamentele e costruiamo insieme un Campo da Tennis all’altezza del nostro bel territorio aragonese e di Fontes Episcopi. 
Lo so che ci vuole un miracolo ma sono sicuro che la “fonte del vescovo” (Fontes Episcopi) lo farà! 

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