LA VERITA', CIOE' IL SILENZIO di Pepi Burgio

Papa Francesco invita a non sprecare il tempo della reclusione e a riflettere. D’accordo, in attesa che anche qui fioriscano i ciliegi, alla malinconia eccepiamo frammenti di vaglia perenne.

So per certo che ciascuno la porta in sé, la peste, perché nessuno, no, nessuno al mondo ne è immune.

Oggi per questo hanno tutti l’aria stanca, perché si ritrovano tutti un po’ con la peste addosso.

…il solo modo di lottare contro la peste è l’onestà.

Che cos’è l’onestà? disse Rambert, con aria d’un tratto seria.

Non so cosa sia in generale. Ma nel mio caso, so che consiste nel fare il mio lavoro.

Ho vissuto troppo negli ospedali perché possa piacermi l’idea di una punizione collettiva. Ma sa, a volte i cristiani parlano così, anche se non la pensano davvero. Sono migliori di quel che sembrano.

E tuttavia lei ritiene, come Paneloux, che la peste abbia una sua bontà, che apra gli occhi che costringa a pensare.

I nostri concittadini non erano più colpevoli di altri, dimenticavano soltanto di essere umili e pensavano che tutto per loro fosse ancora possibile, il che presumeva che i flagelli fossero impossibili. Continuavano a fare affari, programmavano viaggi e avevano opinioni. Come avrebbero potuto pensare alla peste che sopprime il futuro, gli spostamenti e le discussioni? Si credevano liberi e nessuno sarà mai libero finché ci saranno dei flagelli.

Solo nel momento della tragedia ci si abitua alla verità, cioè al silenzio. Aspettiamo.

Da La peste, di A. Camus

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