SCENE DA UN MATRIMONIO (DS-MARGHERITA) di Vincenzo Campo
Mi pare d'avere le fissazione delle elezioni del 18 aprile 1948; mi pare d'averle sempre davanti come un incubo ossessivo; forse dovrei seriamente parlarne con Fonino Gaglio o con Fausto D'Alessandro...
Questa volta mi sono tornate in mente in relazione alle recenti vicende del Pd agrigentino. In sintesi estrema e per chi non le sapesse: un deputato regionale uscente, Giovanni Manzullo, non è stato riletto per una manciata di voti e perciò ha chiesto una verifica; la verifica, però, non ha avuto il risultato sperato.
Che fare? Manzullo non si rassegna: ha eccepito l'irregolarità della nomina dei rappresentanti del suo partito, il Pd, che avevano assistito alle operazioni di riconta e, perciò, la conseguente nullità delle operazioni stesse; queste ultime andrebbero ripetute; l'irregolarità lamentata sarebbe astrattamente assai grave: la firma di chi aveva il potere di nominarli sarebbe apocrifa.
Alle elezioni del 18 aprile 1948 un candidato della nostra circoscrizione elettorale, che per la Camera è ancora la stessa e che comprende praticamente tutte le province della Sicilia occidentale, non fu eletto per meno di 200 voti che, fatte le dovute proporzioni, corrispondono ai voti che sono mancati all'on. Manzullo per essere rieletto.
Capitò pure che l'ultimo candidato eletto, nel suo paese di origine, riportasse più voti di preferenza di quanti non ne avesse riportato la lista nel suo complesso; per intenderci: 100 voti il partito, 120 lui.
Il fatto, seppure personale, venne vissuto come politico dall'interessato che, sentiti i dirigenti nazionali del partito, gli amici, i sostenitori e tutti quelli che in qualche modo avevano interesse alle sorti politiche sue ma anche del partito, decise di non presentare ricorso: la sua vittoria, diciamo così giudiziale, avrebbe determinato la sua elezione, ma nessun vantaggio per il partito che non avrebbe visto aumentare la sua rappresentanza in Parlamento; piuttosto e al contrario avrebbe fatto un danno al partito stesso: avrebbe offerto l'opportunità di far dire agli avversari che quell'errore, che oggi nessuno può più dire se voluto o casuale, era la dimostrazione dell'esistenza di brogli elettorali.
Erano tempi di scontro frontale, ieri, fra gli opposti schieramenti e il candidato non eletto antepose le ragioni politiche alle personali.
Sono tempi di scontro frontale, oggi, e il candidato non eletto ha anteposto le ragioni personali a quelle politiche: l'avere lamentato ad alta voce la presunta non autenticità delle sottoscrizioni, che sia vero o no, mostra all'evidenza la sua assoluta sfiducia nei rappresentanti che parteciparono alle operazioni di verifica, perché al di là della regolarità della nomina, erano comunque suoi compagni di partito e comunque assistettero alle operazioni.
Tutto questo quando si dovrebbe avvertire come primaria l'esigenza della ricostruzione se non della rifondazione della sinistra e per di più a ridosso delle elezioni provinciali, quando, cioè, si dovrebbe cercare in ogni modo il livello massimo d'unità e mostrarlo all'esterno.
Del resto ho sentito dire che un possibile candidato del Pd alla Presidenza della provincia dalle telecamere di un'emittente locale avrebbe detto che rifiutava il confronto con un altro possibile candidato dello stesso partito perché, piuttosto, il confronto lo voleva direttamente col "puparo" di quello; cioè, avrebbe detto che un suo possibile avversario è solo un "pupo" nelle mani di qualche altro che gli tira i fili.
... e 'l modo ancor m'offende...
Conosco il presunto pupo e per di più lo stimo e lo apprezzo in modo particolare; sentirlo apostrofare in questo modo, da un suo compagno di partito e da un uomo della sinistra, di quella sinistra di cui mi sento parte, quanto meno mi addolora.
Mi auguro che queste siano eccezioni e che siano isolate; mi auguro che si superi questa impasse e si lavori, ognuno per quello che può, per la ricostruzione di tutta la sinistra, da quella moderata a quella radicale; è prioritario oggi come lo fu nel '48 mettere da parte gli interessi personali e far prevalere i principi e i valori che costituiscono il patrimonio ideale della sinistra, dimostrare che, al contrario di quanto avviene nella destra attuale, la ragione che muove gli uomini della sinistra è il perseguimento di quei principi e di quei valori e non l'utile personale.