"SCONFITTI, MA FIERI E PULITI" di Ornella Sinagra*
E poi, sembra un caso, sostituisci qualcuno e ti trovi seduta in teatro. Non ti va di seguire, ma non riesci a far altro, perché qualcuno racconta la sua storia. Che è la storia anche tua. E allora ti sposti e ti siedi davanti, da sola. La ascolti. La città era la stessa. Le persone, le stesse. I ruoli cambiavano, ma la trama era una. Ognuno aveva scelto da che parte stare. Qualcuno aveva l'idea più chiara di altri, qualcuno era avanti, qualcuno seguiva, qualcuno nasceva, qualcuno non capiva, qualcuno fingeva, qualcuno negava. Ma si viveva accanto, negli stessi luoghi. Molti non ci sono più. Lui oggi ne parla, li ricordo tutti, mi sale il nodo alla gola. La sua memoria si stupisce ancora mentre racconta di un uomo grande e solo. E di quelli che gli erano accanto. Come lui. In quella città bella, difficile e irredimibile. Non vado più lì, non ho voglia di stringere mani che conosco sporche. Vado in Canada per ricordare. E poi ho scritto un libro.
Già, a me viene in mente che ho vissuto troppo duramente in quegli anni. Giovane, in una città solare infestata dal piombo, dal sangue e dalla menzogna. Nessuno ci restituirà l'innocenza. Nessuno ci restituirà quei miti, diversi dagli altri. Nessuno mi risarcirà per le cose che ho dovuto ascoltare nelle aule più alte, dove si doveva insegnare la legge. Troppo era in mano a loro. Troppo era confuso. E questo mi fa rabbia, ancora, adesso. Che sono passati più che 20 anni.
Alla fine ci sono gli interventi dei ragazzi, contenuti nei "pizzini"...il Generale è un uomo con grande senso dello humor, e sa che è più facile così.
Le domande mi restituiscono il senso della realtà: siamo nel 2017 e parlare qui, nella sonnacchiosa provincia del centro-nord, di questi argomenti, è pari a parlare in Sicilia di fatti successi 20 anni fa in Austria: nessun impatto emotivo. Solo qualche curiosità. Ma centrata, lucida, precisa. Senza emozione.
Alla fine un applauso, di rito.
Io invece vado via con l'anima che pesa molto più della testa e aspetto che tutti defluiscano, non voglio incrociare nessuno sguardo, come quando si è soli. Con un dolore vecchio che non hai mai elaborato. Però mi incrocia lei, la collega di storia, giovane, entusiasta, curiosa di sapere, soddisfatta di avere sentito. "La storia è fatta dalle menzogne dei vincitori ma anche delle illusioni dei vinti. Ce ne ricordiamo abbastanza quando sono in gioco le nostre vite private? " Non lo so e non lo credo. Ma so che quando la giovane storica mi dice che sta per andare a ringraziare il relatore, cosa che lei non fa quasi mai e io invece faccio spesso, mi sento vigliacca. Mi sento come una che non vuole specchiarsi per non riconoscere la sua stessa immagine, la sua delusione, la sua sconfitta. Ma è solo un attimo, perché ora so cosa fare. E vado, mi presento, lo guardo dritto negli occhi e gli dico chi sono e che cosa facevo negli anni che lui ha raccontato. Da che parte stavo. E gli lascio lì pure un rospo mai ingoiato: a chi meglio di lui potrei raccontarlo? Lui me ne restituisce un altro. Siamo persone abituate a lavorare con la testa ma a volte è difficile nascondere il peso del cuore. Sento che comincio a tirare di naso...non è elegante, ma questo non è un problema del cuore. Il Generale abbassa gli occhi, i miei sono certamente lucidi. Il fatto di ritrovarsi qui, adesso, ci dà il senso di come siano andate le cose. Sconfitti, ma fieri e puliti e ancora densi di emozione. Grazie, Generale. Quando sono arrivata a presentarmi e ti ho dato la mano hai ricambiato per cortesia. Ma adesso che vado via ne sono sicura: tu sei uno che sceglie le mani da stringere, lo hai già detto. E pure io. E adesso sento che la mia è piccola e forte ma la tua di più. Grazie.
*Ornella Sinagra, empedoclina, quest'anno ha insegnato diritto in una scuola superiore di Pisa. Lo scritto che pubblichiamo nasce dalla sua partecipazione ad un incontro tra i suoi studenti e il generale dei Carabinieri, Angiolo Pellegrino, già collaboratore di Giovanni Falcone e autore del libro Noi gli uomini di Falcone, edito dalla Sperling e Kupfer.