A PORTO EMPEDOCLE C'E' UN'ISOLA DELL'UTOPIA CINEMATOGRAFICA. MA SEMBRA LONTANA, LONTANISSIMA di Tano Siracusa
Cosa può avere un principe, un miliardario che io non posso avere e che mi piacerebbe avere? Non molte cose, ma di sicuro un cinema tutto per me, dove la sera invitare pochi amici selezionati, cinefili ma senza partiti presi, e poter guardare buoni film, di quelli che nel grande circuito della distribuzione non riescono ad entrare perché come tutti sanno c'è una selezione alla rovescia. Più i film sono buoni, di ricerca, di qualità, minori sono le probabilità di vederli in sala, e non solo ad Agrigento. Chi ha visto in sala l'Arca russa di Sokurov, uno dei capolavori assoluti della storia del cinema? Ma neppure 'Respiro' di Crialese aveva raggiunto le sale italiane prima del successo in Francia.
L'Arca russa l'ho visto in dvd, ma il Faust del visionario regista russo l'ho visto in sala, al Mezzano, e solo perché lo avevo chiesto al proprietario, Gero Mezzano.
Da alcuni anni quello sfizio da miliardario me lo permetto andando al cinema Mezzano, a Porto Empedocle.
La programmazione normalmente comprende i migliori film non americani e italiani, molti dei quali hanno ricevuto importanti premi internazionali. Cinema francese, inglese, spagnolo, turco, svizzero, finlandese, ma anche latinoamericano, come Pelo Malo, che ho visto sabato pomeriggio. Un magnifico film venezuelano, sottotitolato, un storia difficile raccontata in modo semplice, un film povero, la cui poesia è affidata ad una sceneggiatura sobria, a dialoghi brevi, strappati ad una quotidianità di dolore e incomprensione, di poesia affidata alla semplice bellezza dei corpi, quella bellezza antica che piaceva a Pasolini. Un omaggio al nostro neorealismo.
Eravamo in cinque in sala, appunto cinque amici cinefili, accompagnati da Gero Mezzano sorpreso e felice come per una bella visita inattesa.
Durante la proiezione si è recato in sala per chiederci se la visione e l'ascolto erano buoni. Erano buoni, ottimi.
All'uscita non c'era nessuno per la proiezione successiva delle 20,30. Così si è parlato un po', e Gero ci ha invitati ad una proiezione che avrebbe fatto del film 'La promessa'. La faccio per uno spettatore che non ha potuto vederlo mentre era in proiezione e me lo ha chiesto: se volete venire siete i benvenuti, ci ha detto.
Andando via Luigi, che non metteva piede al Mezzano da anni, credeva di aver sognato.
Ma anche Francesco Capitano, regista e attore di cinema e teatro, abituato all'ambiente romano è rimasto incantato un paio di anni fa dalla magia di questo cinema disertato, dalla sua atmosfera che sa di tempo trascorso e pellicole, dalla garbata euforia del suo gestore, dall'arredo non allineato al calco delle multisale, e naturalmente dalla qualità raffinata della sua programmazione.
Insomma con 6 euro, in media una volta la settimana, posso sentirmi per due ore un principe, un miliardario, con un cinema a mia disposizione e un amabile gestore che fa gli onori di casa proponendomi alcuni fra i migliori film di fatto non in circolazione.
Un lusso.
Porto Empedocle è diventata negli ultimi anni una cittadina che presenta un decoro urbano inconsueto dalle nostre parti e che cerca all'ombra di Pirandello e Camilleri i suoi quarti di nobiltà culturale. Purtroppo nessuno sembra rendersi conto che Vigata e il commissario Montalbano non aggiungono un atomo di cultura alla città, mentre quel cinema disertato è un piccolo scrigno di meraviglie cinematografiche ignorato, che sembra diventato quasi invisibile. Non se ne rendono conto purtroppo neppure quelle duecento, trecento persone che frequentano l'Efebo d'oro e i cineforum ad Agrigento, e che spesso lamentano la scarsa qualità dell'offerta cinematografica nelle sale della città. Perché Porto Empedocle è vicina, si capisce, ma il cinema Mezzano è lontano, lontanissimo. Come l'isola dell'Utopia, come tutto ciò che va davvero 'in direzione ostinata e contraria'.